UMBERTO FERRUCCI deve tornare, riprendere le redini del settore urbanistica di Guidonia Montecelio, sue fin dai tempi del sindaco democrat Filippo Lippiello. Se lo augurano gli imprenditori che negli anni hanno rastrellato terreni agricoli, poi toccati dalla bacchetta magica della edificabilità proprio grazie all’ingegnere e alle sue capacità di conoscere e interpretare le leggi urbanistiche, la politica cittadina. Tutta. Senza distinzione di colore (non va sottovalutato che della città è stato anche sindaco, dc, nel 1993). Comunque, il professionista gode di stima incondizionata, anche se per alcuni inconfessabile.
Così, la scelta recente del commissario prefettizio Giuseppe Marani di assegnare a Gianna Recchia il comparto nevralgico della pubblica amministrazione, è vista da più parti come un incarico a termine. In attesa che Umbertone torni nella piena agibilità del ruolo ricoperto ininterrottamente dal 2008 e fino al giorno della sua sospensione, decretata a malincuore dall’ex sindaco forzista Eligio Rubeis nel marzo del 2015, perché stretto tra le maglie di una legge dello Stato che lo obbligava a fermare l’ingegnere condannato (seppure in primo grado) per reati contro la pubblica amministrazione (con, in aggiunta, l’omessa citazione della conseguente inconferibilità dell’incarico a dirigente pubblico). Sedici mesi di stop, una decisione sofferta per Rubeis, arrivata dopo mesi di tentennamenti, ripensamenti, letture e riletture esilaranti di norme e regolamenti a difesa della posizione del Ferrucci, contro le evidenze della legge Severino che impone (dal 2012) provvedimenti inevitabili in casi del genere.
Ora la ‘soap Ferrucci’ continua con ulteriori puntate. Il segretario generale (e sua grande amica) Rosa Mariani – per il ruolo obbligata a sorvegliare il rispetto della normativa – non appare d’ostacolo nei confronti di chi, quotidianamente, indica una unica strada da seguire: scontata la “pena” di 16 mesi l’ingegnere, in questi giorni, deve tornare al suo posto. Quello di dirigente dell’urbanistica. Non perché vincitore di concorso – il Ferrucci è già pensionato di Poste italiane –, ma perché in modo discrezionale i sindaci lo hanno sempre scelto, uomo per tutte le stagioni. Prima Lippiello, poi Rubeis, nel 2009, appena eletto primo cittadino. Individuato nemmeno attraverso una selezione curricolare come previsto dall’articolo ex 110 del decreto legislativo del 2000 (norma che regolamenta il cosiddetto spoyl sistem) al comma 1, ma a chiamata diretta.
Una formula contestata a suo tempo anche per l’altro dirigente fiduciario del sindaco forzista: Angelo De Paolis. L’architetto, funzionario nel vicino municipio di Marcellina, nel 2011 venne catapultato alla guida del gabinetto del sindaco e in contemporanea al settore Lavori pubblici (105mila euro l’anno di stipendio più le indennità di risultato). Fu sufficiente una telefonata di Rubeis al collega di quel Comune, Pietro Nicotera. Una mossa che sollevò polemiche, interrogazioni, interpellanze, divenendo oggetto di una dura reprimenda da parte della Prefettura di Roma che costrinse i vertici burocratici dell’ente alla ricerca di una via d’uscita che sanasse l’errore macroscopico. La ‘toppa’ fu la selezione curricolare del dicembre 2015 che (ri)scelse comunque De Paolis: tra tanti altri validi professionisti lui era pur sempre il migliore. Ora, proprio per questo precedente, non sono chiare le motivazioni con le quali i “poteri forti” (per interposta persona?) vorrebbero convincere il commissario prefettizio che al contrario la chiamata diretta del Ferrucci si poteva fare fino a garantirgli (ancora) un futuro nella torre dei miracoli urbanistici. Senza contare il fatto che ormai i contratti fiduciari voluti da Rubeis per i suoi collaboratori sono scaduti con la fine dell’amministrazione di centrodestra, eccezion fatta per De Paolis, “sistemato” appunto con la riffa del mini concorso curricolare e per un anno nel ruolo (fino a dicembre 2016).
I casi Ferrucci e De Paolis non sono stati i soli a tenere banco nel settennato. Rubeis all’indomani della sua elezione decretò un altro dirigente fiduciario a chiamata diretta nella figura dell’avvocato del Comune (talmente fiduciario da essere incluso nei testi della difesa nel procedimento penale in corso). Pastrocchi appunto. Innumerevoli. Ma tutto questo Mar(i)ani (non) lo sa. Non soltanto il refrain di un noto hit musicale.
(1 – continua)