di TOMMASO VERGA
Quel che è successo ieri a Guidonia Montecelio ha dell’incredibile, del tutto degno di un feuilletton. Non ottocentesco, d’autore, bensì della commedia pecoreccia degli anni Settanta, ‘Giovannona Coscialunga‘ per intendere, Quentin Tarantino perdonerà, l’immeritatamente più citato.

La notizia innanzitutto. La Regione Lazio decide di promuovere una rassegna del cinema d’autore. Il Comune di Guidonia intende partecipare, invia l’adesione all’assessorato alle Politiche giovanili della Pisana, con allegato l’elenco delle pellicole, i titoli che intende proporre. Histoire d’O, l’Amante, Quell’oscuro oggetto del desiderio, Romance, Scandalo, L’uomo che guarda. Da Samperi a Brass, da Bunuel a Breillat, da Annaud a Just Jaeckin.

Vladislav Hodasevich e Nina Berberova
In testa, il titolo della rassegna, La puttana e il lacchè – “chiaro omaggio al libro di Nina Berberova”, testo-cult che ha fornito motivi a iosa a generazioni di femministe –, e le motivazioni (il genere erotico “troppo spesso è stato declassato al ruolo di sottoprodotto cinematografico”). La rassegna, curata da Michela Di Gaspare, prevede, come detto, sei proiezioni, tempo permettendo tutte in piazza. A parte l’unica manifestazione dai contenuti analoghi, Sottosopra, che si è svolta per la prima volta a marzo di quest’anno al cinema Ambrosio di Torino, si tratta di una novità assoluta.Non solo per Guidonia a quanto risulta. Perché, ricevuta la comunicazione, la Regione Lazio ha attivato il “telefono rosso” (non si interpreti come “soccorso”). Per tutta la giornata (tutta la giornata, in Regione non hanno altro da fare…) le chiamate hanno investito prima il Messaggero – Elena Ceravolo ha pubblicato la notizia stamattina – poi il Comune. Al quotidiano si è chiesto di rettificare la fonte: non la giunta ma il consiglio regionale (o viceversa, fa lo stesso) ha promosso il bando. In forma più ‘politica’, al Comune se ritenesse proprio necessario, utile, adatto, proiettare ‘certe’ pellicole. Impegno assolto da funzionari ma anche da eletti, conosciuti, dello schieramento progressista. Il sindaco Rubeis: “Ora avete rotto, se non finanziate, la rassegna avrà luogo lo stesso, a cura del Comune. E invito pure Fassino”.

Ma cos’è che ha menato tanto scandalo? Il titolo? Verrebbe da pensare che ‘la puttana e il lacchè‘ scatena riflessi autocritici, evoca l’opportunità di sedute di autocoscienza… Fosse così, non rimane che scegliere. Lacchè o puttana?