di TOMMASO VERGA

Marco Vincenzi

Marco Vincenzi

MARCO VINCENZI si è dimesso da capogruppo del Pd in Consiglio regionale. I due principali quotidiani romani questa mattina hanno dedicato ampio spazio alle operazioni che Salvatore Buzzi ha svolto a Tivoli. E ai suoi incontri con Vincenzi, ex sindaco della città. Stando alle cronache – in parte note con “Mafia 1” –, agli interessi del capo della “29 giugno” sulla delibera regionale relativa al Recup (centrale unica di prestazioni sanitarie), corrispondevano quelli dell’altro. In forma “diretta” si fa capire, e indiretta, la campagna elettorale per il rinnovo del parlamentino cittadino. Non è tuttavia chiaro – né le oltre 1100 pagine delle “informative” dei Ros rese pubbliche consolidano un qualche indirizzo più preciso – se le “relazioni pericolose” con Luca Gramazio, omologo del Pdl alla Pisana, riguardassero “mazzette” o emendamenti alla delibera. In sostanza, se con il 1 milione e 800 mila euro (1,2 Gramazio, 600 mila Vincenzi) Buzzi intendesse ricompensare i due capigruppo per aver favorito la “29 giugno” oppure si tratta dell’aumento del capitolato derivante da un’operazione lobbistica. Né il resoconto della conversazione telefonica in proposito (risalente a “Mafia 2”) scioglie i dubbi. Nemmeno è chiaro se l’accordo tra i due interessasse il Recup o, per il solo democrat, il municipio di Ostia (all’interrogazione di Devid Porrello, portavoce dei 5Stelle in consiglio regionale non è mai stata data risposta). Potrebbe essere – visto che proprio le manovre sulla “centrale” hanno già portato al defenestramento di Maurizio Venafro, capo di gabinetto del presidente Nicola Zingaretti – che gli investigatori per questa parte non abbiano ancora del tutto concluso le indagini, rinviando ogni decisione al capitolo “Mafia 3” di prossima pubblicazione.
Salvatore Buzzi e Marco Vincenzi a Tivoli, in largo Garibaldi

Salvatore Buzzi e Marco Vincenzi a Tivoli, in largo Garibaldi


Nulla da chiarire invece, decisamente esplicito, il sostegno di Buzzi a Emanuela Chioccia, candidata sindaco del Pd nelle elezioni municipali proprio di un anno fa. Documentato da foto, pizzini, registrazioni telefoniche, tutto annotato dai carabinieri del Ros. C’è anche la “moral (?) suasion” nei riguardi del personale della coop, per chi votare (“quello niente da fare, è in lista con Napoleoni”…).
Per questa parte – che fa il paio con i 10 mila euro di Domenico De Vincenzi a Guidonia Montecelio – ci si giustifica con la formale regolarità, si tratta di soldi versati al comitato elettorale. A parte ogni altra considerazione sul finanziamento ai partiti, è superfluo domandare come possano ritenersi “legali” – sotto il profilo etico e politico – contributi provenienti da soggetti in possesso di un unico attributo: incassi provenienti da appalti pubblici. I loro bilanci lo attestano. Come possono definirsi donazioni “legali” gli introiti prelevati dalle tasche dei cittadini? Una partita di giro?
LA REPLICA DI MARCO VINCENZI “Non corrispondono «nel modo più assoluto a verità – afferma – e sono destituite di fondamento le affermazioni di Salvatore Buzzi su un mio presunto interessamento per far ricevere al municipio di Ostia 600mila euro o qualsiasi altra cifra. Di conseguenza, e lo sottolineo per evitare qualsiasi fraintendimento, non possono essere stati approvati in Consiglio regionale emendamenti del sottoscritto per elargire fondi ad Ostia, agli altri municipi della Capitale o al comune di Roma. Ho visto due volte Salvatore Buzzi su sua sollecitazione – continua Vincenzi – e nel corso degli incontri mi aveva chiesto di intercedere per far ottenere fondi ad Ostia. Una richiesta alla quale non ho dato alcun seguito. D’altra parte, anche il Ros dei carabinieri non ha trovato alcun riscontro alle affermazioni, false, di Salvatore Buzzi come è facile evincere dalle conclusioni dell’informativa dei militari dell’Arma che hanno scritto – cito testualmente – ‘Allo stato delle attuali conoscenze investigative, e dal contesto delle telefonate/dialoghi intercettati, non si è in grado di indicare se …. i 600mila euro da ottenere con l’aiuto di Marco Vincenzi siano stati finanziati da parte della Regione Lazio’. I carabinieri si limitano solo ad una presunzione che, lo ripeto ancora una volta, non ha alcun riscontro nella realtà dei fatti».
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