Michele Venturiello, capogruppo di Forza Italia

Michele Venturiello, capogruppo di Forza Italia

(t. ve.) A GUIDONIA MONTECELIO si voterà nella primavera 2016. Seppure non consacrata ufficialmente – quindi sono possibili scelte di segno opposto, la legge non contempla nulla – risulta tale la decisione dei partecipanti all’ennesima e più recente riunione dei (soli) consiglieri comunali di Forza Italia convocata dal capogruppo. All’ordine del giorno, la prosecuzione o meno dell’attività amministrativa. Conclusione: si va avanti, lo scioglimento anticipato dell’assemblea cittadina causata dalle dimissioni dei singoli componenti della maggioranza si immagina tra la metà e la fine di febbraio, o, comunque, prima della deadline di 60 giorni dalla data ancora da fissare per la consultazione elettorale del 2016. Mentre l’opposizione, 5Stelle e Pd, invoca lo scioglimento immediato e si dichiara pronta per la sua parte ad abbandonare subito gli scranni di Palazzo Guidoni. Come noto, alla gestione del periodo transitorio tra la conclusione anticipata della consiliatura e l’elezione del nuovo sindaco provvederà un “commissario” nominato dalla prefettura di Roma.

E’ proprio la contrarietà ad una gestione commissariale “lunga” la giustificazione che Michele Venturiello, l’avvocato al vertice degli 8 eletti berlusconiani, ha adottato per invitarli a proseguire, andare avanti, rivendicando il “buon governo” della città come cardine della continuità. Naturalmente, a nessuno è venuto in mente che si dibatteva proprio all’indomani dell’approvazione del bilancio con l’aumento dell’imposta sui rifiuti, preceduto, per stare ai fatti governativi più recenti, dalla conferma dell’avvio dell’impianto Tmb all’Inviolata o dell’apposizione dei vincoli che potrebbero far saltare il sistema viario Tor Mastorta-Selciatella con la restituzione dei 6 milioni di euro alla Comunità europea.manifesto pd subito

Non è detto comunque che tutto marci nella direzione scelta da Forza Italia. Difatti, dal Consiglio comunale potrebbe spuntare l’imprevisto dell’uscita di un eletto che risponde solo a se stesso, un “senza partito”: Aldo Cerroni, il presidente dell’assemblea, che non nasconde le difficoltà conseguenti una condizione difficile da mantenere sotto il controllo delle regole. Quindi potrebbe essere lui il numero 13 (7 del Pd, 2 dei 5stelle, tre di FI), lo scaramantico decisore dello scioglimento anticipato.

Comunque, al momento, passa la “linea” che il capogruppo aveva propugnato il giorno stesso dell’annuncio del respingimento da parte del Tribunale del riesame del ricorso avanzato dal sindaco Eligio Rubeis, da quasi due mesi ormai agli arresti domiciliari. Che, comunque, l’impedito ex primo cittadino continua a ritenere ingiustificati. Tanto da spingerlo a proporre l’ennesimo ricorso, in Cassazione stavolta. Contro le accuse e quindi contro la detenzione. Decisione attesa, che non sorprende. Incuriosiscono piuttosto i tempi necessari ai magistrati per avviare l’esame e conseguentemente emettere la sentenza. Solo per illustrare, il sindaco di Melfi, agli arresti domiciliari da gennaio di quest’anno, ha avuto ragione da Palazzo dei Marescialli a fine giugno. Una sessantina i giorni trascorsi tra convalida e Tribunale del riesame, alla Suprema Corte sono occorsi quattro mesi circa per concludere. Rubeis ovviamente auspica che l’esito sia analogo, magari con la segreta ambizione di vedersi partecipe della campagna elettorale di primavera 2016.

info@hinterlandweb.it