di TOMMASO VERGA
IL TEMA: “QUALE TERRITORIO?”. Quello che nelle premesse doveva essere un confronto sulla compatibilità o meno del biodigestore della «spa F.lli Pacifici Ing. Cesare & Lorenzo» con un «modello di città» alternativo a quello fondato prevalentemente sul trattamento dei rifiuti (l’immondizia è decisamente la materia prima nell’area, anche in termini di affari), è stato trasformato in un inqualificabile scontro. Del quale resta il pronunciamento della maggioranza 5stelle-Pd contraria alla produzione del biometano (e favorevole all’installazione del capping sulla discarica dell’Inviolata). Così come il fuggi-fuggi della minoranza.

Il rendering del biodigestore di Anagni (84mila tonnellate/anno) proposto da una società collegata alla “A2A” (e a Matteo Salvini)

Il dipanarsi della discussione ha permesso di cogliere segnali di crescente fiducia tra movimento 5stelle e Partito democratico: la scelta di soffermarsi sulle prospettive del territorio costringerebbe anche la destra a modificare il proprio orientamento.
Inqualificabile quanto registrato ieri: pur di non prendere posizione, la destra ha deciso di rappresentarsi in assetto bellico, privo di qualsiasi strategia. Obiettivo, sparigliare la coalizione di maggioranza. Come riuscire? Resta intonso l’interrogativo. Perché, al momento del voto, lo spariglio ha colpito l’opposizione. Che si è dileguata (esclusa Attiva Guidonia: Anna Checchi ha votato a favore dell’atto; astenuta Lorena Roscetti). Motivo: come s’è detto, il voto sulla mozione imponeva una scelta, comunque: i favorevoli si sarebbero inimicati i padroni dell’impianto; i contrari, lo scontento dei residenti, a partire da quelli di Villalba. Preferibile non esprimersi.
D’altronde, le elezioni amministrative sono alle porte e gli eredi di Eligio Rubeis altro non hanno se non il replicato tafferuglio campale (contro la maggioranza 5stelle-Pd, così come al loro interno tra partiti “alleati”). A sostenere la buriana, l’acuto-gorgheggio d’un fautore della “transazione ecologica” accompagnata da un “mi allego agli interventi delle colleghe”.
Dunque, come si sarà compreso, all’ordine del giorno del Consiglio comunale di ieri un argomento strettamente «politico». Sintetizzato dentro una “mozione” sottoscritta dalla sola maggioranza. La «traccia» fornita dal biodigestore del Barco, sul confine ovest di Tivoli. Un impianto che la “Superba” ha tranquillamente validato – tanto da dichiararne possibile la costruzione: decisamente un segno della decadenza della città –, pur essendo eretto al centro d’un’area dichiaratamente protetta (e ipervincolata). La coalizione 5stelle-Pd all’unanimità ha votato contro l’autorizzazione all’impianto. Negata ai rappresentanti della società la possibilità d’una richiesta audizione. Se si intendeva illustrarne i pregi o quanto si riteneva utile, sarebbe avanzato il tempo necessario dall’articolo iniziale di hinterland del 18 novembre. Chiedere una audizione alla vigilia della riunione in Regione…
Il senso della mozione della maggioranza, sulla quale non ha influito (e anche questa è una novità) l’appartenenza territoriale, è la “lettura comprensoriale” data al tema dalla coalizione al governo di Guidonia Montecelio. Una risposta al quesito sottostante – e permanente – gran parte delle questioni politico-amministrative dell’asse tiburtino. Per dire: in particolare Arianna Cacioni, dopo l’abbraccio con Salvini, ora ri-rappresentante di ri-recente conio di Forza Italia, sorretta da un’attempata zitella, ha contestato al sindaco la decisione di intervenire su un investimento privato programmato su un’area appartenente a Tivoli. «Modello interpretativo» ormai abbandonato da decenni. Forse la Cacioni ignora che Vittorio Messa, in un tempo in cui prevaleva la lucidità politica e non il salvinismo, discutibile quanto si vuole ma con un senso compiuto, addirittura presentò una proposta di legge per la costituzione della provincia di Tivoli-Guidonia Montecelio.

Domenico De Vincenzi (a sinistra) con Mario Lomuscio, attuale capogruppo del Pd

La stessa consigliera ha anche chiesto a che titolo sia stato fornito il benestare al piano di sviluppo del Car (il centro agroalimentare) da parte del sindaco Michel Barbet. Dopo l’esempio precedente particolare sofferenza rammentando la postazione che occupava Arianna Cacioni nel Comune di Guidonia Montecelio. Era il tempo che tra Domenico De Vincenzi, indiscutibilmente l’ultimo “politico” a tutto campo nella storia della sinistra di Guidonia Montecelio, ed Eligio Rubeis, il sindaco berlusconiano, si apriva un confronto-scontro del tutto simile all’odierno. Perché De Vincenzi sosteneva che l’impianto TMB di Manlio Cerroni dovesse essere eretto a Tavernelle, nei pressi del CAR, il quale avrebbe dovuto altresì costruire al suo interno un impianto per il trattamento dell’organico essendo il primo fornitore per quantità della “materia prima”. Il che avrebbe evitato ai camion contenenti l’umido di attraversare i quartieri della periferia di Tivoli e di Guidonia per dirigersi verso gli impianti di smaltimento. Eligio Rubeis, contrario al TMB a Tavernelle proprio per la vicinanza al CAR, concordava invece con l’oppositore sulla dotazione di un biodigestore (si definiva già così?), per la stessa identica ragione dell’altro.

I motivi dell’opposizione alla costruzione del biodigestore in località “Barco”

SE VERRA’ AUTORIZZATA DALLA Conferenza di servizi di lunedì 20 dicembre in Regione, oppure, più probabile (terzo e ultimo appuntamento), dalla successiva del 18 gennaio 2022, ogni anno, a regime, il biodigestore della «spa F.lli Pacifici Ing. Cesare & Lorenzo» di via della Bullica al limite di via del Barco, “tratterà” 38 mila tonnellate di “umido”. O, se si preferisce il sinonimo, di “organico”, la parte più fastidiosa e puzzolente della raccolta differenziata. Nel dettaglio, le guide del settore elencano nella raccolta dell’umido scarti di cucina, avanzi di cibo, piccole ossa, scarti di frutta e verdura, bastoncini in legno per gelati, fondi di caffè e filtri di tè, escrementi di animali domestici, fino alle lettiere naturali, fiori recisi, alimenti avariati e scaduti.
I testi aggiungono poi che i rifiuti organici sono raccolti in maniera distinta dagli altri poiché essendo umidi per loro natura, danno problemi di percolazione nelle discariche, elevati costi (ed emissioni nocive) per l’incenerimento, fermentano e producono cattivi odori.

La cava di travertino (in attività) della «spa F.lli Pacifici Ing. Cesare & Lorenzo»

Dei quali sarà prima vittima l’istituto comprensivo di via Palermo a Villalba (Comune di Guidonia Montecelio). «“Frazione” – così definita dalla società – che dista circa 500 metri» dalla ex cava dei Pacifici.
Quindi, il puzzo dovrà sacrificarsi su tale distanza. Dopodiché potrà trovare ristoro, vero, con i laghetti del Barco, che risulteranno attaccati, anzi, appiccicati al biodigestore (stavolta si riuscirà a cacciare i frequentatori?); e le terme Acque Albule? a 600 metri grosso modo; e il policlinico di pianura? a 1.300 metri secondo la società; e i residenti nei palazzoni della Domus Patritia? a 150 metri; e il supermercato? a inizio via del Barco; e il ristorante di fronte alla ex cava? chiuda; e il personale delle cave tutt’intorno? s’arrangi (nessuna intenzione di elencare tutto quello che si muove in uno dei luoghi determinanti della zona).
Nuovo punto di domanda: dove andranno a rifornirsi della “materia prima” – pur essendo, a pieno titolo, l’“ultima” – i camion trasportatori dell’organico alla destinazione di Tivoli Terme?
L’interrogativo non è fuori luogo. Perché Tivoli (55.250 abitanti al 31 dicembre d’un anno fa) e Guidonia Montecelio (87.875 abitanti alla stessa data) producono annualmente circa 5mila tonnellate di organico la prima e 9mila l’altra; insieme: 14 mila tonnellate.
Ammesso non siano presenti altri competitori sul mercato della raccolta differenziata, la somma dell’umido delle due città più grandi del comprensorio, potrà soddisfare un po’ più di un terzo delle potenzialità degli impianti. Si aggiunga Anagni, 20.892 abitanti, autorizzata lo scorso 7 dicembre, con una capacità di 84mila tonnellate/anno.
Quindi? Roma, «Ama salvaci tu». Ma tutti quelli che ieri sera erano non dichiaratamente favorevoli all’impianto non sono gli stessi che predicano “mai mondezza da Roma”? E fu un rumoroso sghignazzo.