Andrea Di Palma, vicesindaco di Guidonia Montecelio

Andrea Di Palma, vicesindaco di Guidonia Montecelio

di TOMMASO VERGA

INTERPELLATO SULL’immediata attualità l’alfaniano Andrea Di Palma, non risponde. E’ assente. Nessuna relazione con la causa che impedisce il sindaco titolare Eligio Rubeis. Semplicemente, con una mossa a sorpresa, il sostituto facente funzioni è rientrato nei ranghi della guardia di Finanza. Provvederà alle incombenze di una città di 100mila abitanti come Guidonia Montecelio volta per volta, permesso dopo permesso. Ignoti i motivi, seppure voci dal sen fuggite danno per obiettivo la nomina a commissario di governo. Trattandosi di “pubblico ufficiale”, la finalità è prevista dalla legge in caso di straordinarie evenienze. Quindi, anche un funzionario di polizia può essere equiparato a un prefetto, nel titolo e negli incarichi. Purché sia in servizio effettivo e non assente per, poniamo, aspettativa.

Per cogliere il bersaglio, il prosindaco ha lavorato a puntino. Prima prefigurando, un mese fa, sulla stampa, che sarebbe tornato al lavoro (è sottufficiale della guardia di Finanza), poi mettendo in pratica l’annuncio. La questione di straordinaria urgenza sarebbe costituita dai rifiuti, dall’impossibilità che Roma Capitale riesca a smaltire le quantità conseguenti al Giubileo. Quindi, l’Inviolata in pronto soccorso. Naturalmente dichiarandosi in ogni dove contrario. Sciolto il Consiglio comunale, Di Palma condurrebbe le danze in solitudine fino a maggio, quando si voterà con lui assiso sullo scranno più alto. Vuol dire che, tradendo la sua storia, per la prima volta si candiderà. Con quale schieramento? La risposta ai prossimi eventi (certo, la nascita dei “salviniani” lo agevola. Di molto).

Ipotesi e interpretazioni. Anche maliziose naturalmente.

Manlio Cerroni

Manlio Cerroni

Ce ne sono altre. Su altri temi. C’è evidenza, intanto, su una discussione concreta definita “Cerroni”. Si tratti del presidente del Consiglio comunale o del proprietario del Tmg (l’impianto per il trattamento dei rifiuti all’Inviolata, collaudato il 17 dicembre), nel sancta santorum della politica guidoniana (la piazza del municipio: anche il “caso Di Palma al lavoro” è stato trattato lì) il “dibattito” si fissa su ipotesi e interpretazioni delle azioni dell’uno e dell’altro.

Sul “re della monnezza” la discussione non si stacca dal clichè “colpa tua”, il logo che accomuna la maggioranza. In senso numerico. Perché, senza i favori dell’una e dell’altra sponda (politica), locale e regionale, Manlio Cerroni non potrebbe oggi innalzare la bandiera con su scritto “vittoria”. Non ci sarebbe neppure il pennone dove issarla. Invece non gli resta che scegliere la collinetta (artificiale, costituita dai rifiuti interrati nei decenni). Di rimbalzo, si apre come detto un altro capitolo (artificioso, per evitare la ripetizione): chi ha sottoscritto l’accordo con Roma Capitale per ospitare a Guidonia Montecelio i rifiuti del Giubileo? Il vertice del Palazzo afferma che nemmeno se ne parla. La controprova quando uscirà il comunicato grondante indignazione per i patti violati.

Aldo Cerroni

Aldo Cerroni

L’altro Cerroni è Aldo, presidente dell’Assemblea (in carica?, ex?), che protesta perché il sindaco facente funzioni intende assumere due dirigenti con la formula dei “fiduciari”. Quindi – la storia è sempre la stessa – ossequiosi alle sue direttive. In realtà gliene serve uno soltanto, quello all’Urbanistica. La cui poltrona è occupata attualmente da Angelo De Paolis, anch’egli “fiduciario” ma del sindaco Eligio Rubeis. L’assenza del quale, per i motivi giudiziari noti – solo il 20 gennaio 2016 potrebbe essere libero dagli arresti domiciliari – gli consente comunque di assumere responsabilità e decisioni richieste da ogni parte. La politica dell’assessorato non c’entra, quella rimane fissata sin dai tempi della presenza del titolare Umberto Ferrucci (anch’egli assente, ma per la “Severino”). Si tratterebbe soltanto di applicarla. Mentre De Paolis si guarda bene dal proseguire per quella via. In questo caso, paradossalmente, la formula tradisce gli intenti.

Qui s’apre lo scontro. Il dirigente serve senza dubbio, ma espressione di chi? Di quale partito? Di quale lista civica? Della quantità dei voti di quale eletto? Perché le regole, a Guidonia, non rispondono neppure al bon ton istituzionale. Infatti, testualmente, in un comunicato ufficiale a firma Di Palma, si legge che la neoinsediata assessora Mariangela Ranaldi (o Ranaldo?), “entra in Giunta con il sostegno e la fiducia dei consiglieri comunali Anna Maria Vallati e Mario Valeri”. Ossia, la legge che regola tali evenienze è da rottamare. Nemmeno più al partito, il prescelto risponde alla “corrente”.

Date le premesse, è fuori di dubbio che le competenze di ordinaria amministrazione del “facente funzioni” Di Palma non gli dovrebbero consentire atti rilevanti come quello annunciato e deciso sui dirigenti. Ma la presa di posizione di Aldo Cerroni, espressione di una lista civica promossa e patrocinata da Paolo Morelli, uno dei “nuovi” imprenditori con specifici interessi nei feudi (i terreni a destinazione agricola) del defunto Carlo Todini, offre più di una sponda a quanti pensano al paravento, l’arma utile per giungere alla meta della dirigenza dell’Urbanistica. Basterà staccare il ticket per un posto sulla giostra. E’ escluso l’autoscontro.

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