Antonio Manna, al centro, con gli allievi del Convitto LA PUNTATA DELLE "IENE" Da Repubblica, 27 febbraio 2007 L'incontro si conclude con un siparietto comico: la iena Giulio Golia offre al sindaco di Casalnuovo Antonio Manna un paio di occhiali da vista giganteschi: «Così d' ora in avanti non potrà dire che non ha visto». E il primo cittadino, fedele alla linea ormai solita - «Nessuno ha denunciato, non solo io» - che rilanciava: «Ne farò cinquantamila copie e le regalerò a tutti i cittadini perché non sono il solo a non aver visto». Lo scempio di Casalnuovo va in onda in prima serata su Italia 1 durante il programma "Le Iene". Un' inchiesta svolta nel tipico stile del programma: i vigili hanno dichiarato che non hanno visto perché in zona ci sono alberi di alto fusto? Panoramica sulla zona per dimostrare che non è vero. Il Comune dichiara che ha appreso dell'esistenza di queste costruzioni abusive solo al momento del sequestro? Ecco un documento del luglio 2006 in cui l' ufficio tecnico di Casalnuovo dichiara che le costruzione sono sottoposte a condono. MANNA ESCE DI SCENA Corriere del Mezzogiorno, 21 dicembre 2007 Decade il sindaco di Casalnuovo, Antonio Manna, di Forza Italia, che non si era accorto del sacco edilizio; decadono i consiglieri, molti dei quali imprenditori edili o parenti di imprenditori edili, sospettati di legami con clan camorristici. Un commissario prefettizio gestirà il periodo di transizione in attesa delle nuove elezioni amministrative. Soddisfazione è stata espressa dal gruppo dei Verdi e da Tommaso Sodano, presidente della commissione Ambiente del Senato, che da quasi un anno sollecitava lo scioglimento. Il primo sequestro dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna risale al 31 gennaio scorso; altri ne sono seguiti nelle settimane successive e una parte dei 73 edifici abusivi è stata abbattuta. Resta in sospeso la situazione degli stabili di via Filichito, alcuni dei quali sono occupati. Si attende ancora, inoltre, che il tribunale di Nola decida sul rinvio a giudizio dei venti indagati, tra cui il costruttore Domenico Pelliccia, cognato del boss Pasquale Iorio Raccioppoli.

Antonio Manna con gli allievi del Convitto
LA PUNTATA DELLE “IENE”
Da Repubblica, 27 febbraio 2007
L’incontro si conclude con un siparietto comico: la iena Giulio Golia offre al sindaco di Casalnuovo Antonio Manna un paio di occhiali da vista giganteschi: «Così d’ ora in avanti non potrà dire che non ha visto». E il primo cittadino, fedele alla linea ormai solita – «Nessuno ha denunciato, non solo io» – che rilanciava: «Ne farò cinquantamila copie e le regalerò a tutti i cittadini perché non sono il solo a non aver visto». Lo scempio di Casalnuovo va in onda in prima serata su Italia 1 durante il programma “Le Iene”. Un’ inchiesta svolta nel tipico stile del programma: i vigili hanno dichiarato che non hanno visto perché in zona ci sono alberi di alto fusto? Panoramica sulla zona per dimostrare che non è vero. Il Comune dichiara che ha appreso dell’esistenza di queste costruzioni abusive solo al momento del sequestro? Ecco un documento del luglio 2006 in cui l’ ufficio tecnico di Casalnuovo dichiara che le costruzione sono sottoposte a condono.
MANNA ESCE DI SCENA
Corriere del Mezzogiorno, 21 dicembre 2007
Decade il sindaco di Casalnuovo, Antonio Manna, di Forza Italia, che non si era accorto del sacco edilizio; decadono i consiglieri, molti dei quali imprenditori edili o parenti di imprenditori edili, sospettati di legami con clan camorristici. Un commissario prefettizio gestirà il periodo di transizione in attesa delle nuove elezioni amministrative. Soddisfazione è stata espressa dal gruppo dei Verdi e da Tommaso Sodano, presidente della commissione Ambiente del Senato, che da quasi un anno sollecitava lo scioglimento. Il primo sequestro dei carabinieri della compagnia di Castello di Cisterna risale al 31 gennaio scorso; altri ne sono seguiti nelle settimane successive e una parte dei 73 edifici abusivi è stata abbattuta. Resta in sospeso la situazione degli stabili di via Filichito, alcuni dei quali sono occupati. Si attende ancora, inoltre, che il tribunale di Nola decida sul rinvio a giudizio dei venti indagati, tra cui il costruttore Domenico Pelliccia, cognato del boss Pasquale Iorio Raccioppoli.

di TOMMASO VERGA

“MA ALLORA non deve lavorare?” Una domanda, legittima, che andrebbe posta – stando alle regole della professione – alla fine dell’articolo, a concludere l’illustrazione dell’argomento. Invece è proprio l’interrogativo a fornire il ‘la’ al tema, poiché mentre gli incarichi precedenti non sono mai stati evidenziati né sottoposti alla lente d’ingrandimento, la questione adesso si pone. In termini di rilevanza assoluta. Benché, ad essere pignoli, va detto che anche il passato avrebbe meritato una valutazione adeguata, visto che si attaglia a un diverso quesito: c’è un nesso tra le virtù descritte dall’educatore – al massimo livello dei posti di lavoro occupati: preside del “Giovanni XXIII” a Villanova di Guidonia e all’”Isabella d’Este” di Tivoli, intervallando con San Vito Romano e Vicovaro –, e quel che (non) appare nel suo curriculum vitae?

Si parte allora dal documento, datato 2016, visto che offre lo spunto all’intero ragionamento. Siccome il veleno si annida in coda, in questo caso proprio alla fine delle tre pagine del curriculum – disponibile sul sito della scuola – si legge “Assessore politiche scolastiche dal 01/06/1987 al 01/06/2005”. Già. E perché non il più significativo e importante “Sindaco in carica dal 21/07/2005 al 22/12/2007”? Semplicemente perché non c’è scritto. Dimenticanza? Quando mai. Piuttosto, la omissione consapevole che sta a dimostrare come l’autore preferisca non rendere pubblica la carica e il relativo nome della cittadina che ha amministrato sotto le bandiere di Forza Italia: Casalnuovo, Napoli.

Definito il contesto, un omaggio. Alla “iena” Giulio Golia – autore del servizio che tanto clamore ha sollevato a suo tempo – che lo intervistò dopo averlo atteso inutilmente per ben 24 ore. Alla fine, Antonio Manna, il sindaco di Casalnuovo, rispose. I contenuti surreali del dialogo sono rimasti nella memoria. Straordinaria la risposta alle domande sulla speculazione edilizia nel paese del Napoletano (oltre 50 mila abitanti) da lui amministrato: “Speculazione edilizia? non me ne sono mai accorto”. Proprio mentre il cameraman inquadrava la ininterrotta schiera di 73 (settantatrè!) costruzioni abusive alle sue spalle. Un altro aderente al club dei “a mia insaputa”. Il primo sequestro a gennaio del 2007, l’abbattimento di alcuni edifici successivamente, infine a dicembre dello stesso anno, lo scioglimento del Consiglio comunale con l’accusa di infiltrazioni camorristiche. Firmato, Roberto Maroni, ministro dell’Interno. Non un avversario politico quindi. Tra i consiglieri cittadini – riferirono le cronache –, molti imprenditori edili o parenti di imprenditori edili, tutti sospettati di legami con clan malavitosi.

Volendo infierire, si potrebbe aggiungere la condanna della Corte dei conti della Campania del febbraio 2012 a carico di Manna, nella qualità di sindaco, per danno erariale, motivo però secondario rispetto al tema. Che si concentra sul fatto che il pellegrinaggio tra le scuole del comprensorio è terminato, e Antonio Manna ad inizio dell’anno scolastico in corso è stato nominato rettore del “Convitto nazionale” di Tivoli. Qui si pone il problema, la cui rilevanza va ben oltre i confini cittadini. Perché l’istituzione non è soltanto una scuola ma anche riferimento di relazioni e di rapporti nazionali e internazionali.

Antonio Manna e il consigliere Luo Ping

Antonio Manna e il consigliere Luo Ping

Si prenda ad esempio l’inaugurazione dell’aula intitolata a Confucio. Il 27 novembre 2015, presenti, accanto ad autorità cittadine, il reggente Antonio Manna insieme con il consigliere Istruzione dell’ambasciata della Repubblica popolare cinese in Italia, Luo Ping, e il direttore dell’”Istituto Confucio Sapienza” dell’Università di Roma, Zhang Hong. In preparazione dell’incontro sono certamente transitate negli uffici della delegazione cinese, normale procedura, informative su luoghi e persone. Compreso lo status (non velato da omissis) di Antonio Manna, ex sindaco di Casalbuono (Na). All’immaginazione l’interpretazione sullo stupore degli ospiti. Se fosse capitato ad altri – dato il riconosciuto bon ton istituzionale dei cinesi – non sarebbe venuto a mancare qualche giudizio appartenente alla casistica-tipo: “Come? camorra? bah, i soliti italiani…”.

L’altro aspetto investe direttamente la nomina. A fronte delle criticità riscontrate, il Provveditorato regionale del Lazio e il Miur, il ministero dell’Istruzione, avrebbero dovuto valutare con maggiore attenzione l’affidamento dell’incarico. Troppe le controindicazioni sul soggetto prescelto.

Si torna all’inizio: “Allora Manna non deve lavorare?”. Certo che deve – tanto che in precedenza nessuno ha posto problemi o sollevato obiezioni –, ma sicuramente non al Convitto nazionale “Amedeo di Savoia Duca d’Aosta” di Tivoli. Perché, data la natura dell’istituzione, ne va di mezzo il nome del nostro Paese. Di apprezzamenti di questo genere l’Italia non ha certamente necessità.