L'ingresso del centro clinico Colle Cesarano

L’ingresso del centro clinico Colle Cesarano

di GIULIANO GIRLANDO

CON UN DECRETO del 17 novembre, il commissario ad acta della sanità del Lazio, Nicola Zingaretti, presidente della giunta regionale, ha avviato una sostanziale rivoluzione nel settore delle Rsa (residenze sociosanitare assistenziali): d’ora in avanti le strutture accreditate saranno obbligate ad assumere direttamente il personale dedicato ai servizi alla persona. Effetto del protocollo d’intesa sottoscritto il 21 marzo dall’Aiop (la Confindustria della sanità privata) e dalle organizzazioni sindacali Cgil-Cisl-Uil, che prevede, nella sostanza, il divieto di esternalizzazione. Un “rientro” particolarmente significativo nel Lazio dove, nonostante la legge nazionale vietasse tale pratica, riabilitazione e assistenza sono in prevalente misura assegnate – addirittura per il 60 per cento degli addetti dell’intero comparto – a lavoratori non dipendenti dalla struttura convenzionata. A tutti costoro dovrà essere inoltre applicato il contratto collettivo della categoria. Ne discende – finalmente – che cessa l’era delle partite Iva e delle cooperative, tutti i rapporti di lavoro debbono essere contrattualizzati (seppure entro il 30 giugno dell’anno prossimo). Nell’area a est di Roma, l’applicazione del decreto interessa la sanità privata per l’intero panorama.

Della questione accreditamenti e requisiti minimi hinterlandweb aveva già scritto più volte. In particolare, trattando il caso del centro clinico Colle Cesarano, si era posta una domanda: una volta avviate le procedure di licenziamento e quindi in mancanza del personale qualificato, potevano sussistere ancora i requisiti minimi per l’accreditamento? Domanda pertinente e rimasta inevasa per molto tempo ma che oggi, stando al decreto, può trovare una risposta: “no”.

Jessica Faroni con Nicola Zingaretti

Jessica Faroni con Nicola Zingaretti

Sappiamo – per averlo ugualmente già scritto senza alcuna smentita –, che il grosso delle strutture sanitarie convenzionate con la Regione è in uno stato di sofferenza economica e ha nel passato avviato procedure di licenziamento. Si prenda il caso dell’Ini, il gruppo che fa capo alla famiglia Faroni: l’azienda opera con il 50% del personale retribuito dalle cooperative nelle plurime e diverse strutture, da Tivoli a Grottaferrata – meglio: da un’unica cooperativa, che offre i suoi servizi, come si legge sul sito internet, a un solo cliente, l’Ini appunto –. Anche in questo caso il decreto impone radicali cambiamenti nella gestione del personale.

Il testo del decreto a firma Nicola Zingaretti

(n. U00376 del 17 novembre 2016)

  1. quale ulteriore requisito di qualificazione necessario ai fini del rilascio dell’accreditamento per le strutture sociosanitarie residenziali sia assistenziali sia riabilitative, ai sensi dell’articolo 13, comma 2, lettera b) della l.r. 4/2003, il personale avente qualifica di infermiere, educatore professionale, fisioterapista, tecnico sanitario e operatore sociosanitario o figura equivalente o dedicata ai servizi alla persona, deve avere con il soggetto gestore della struttura un rapporto di lavoro di dipendenza regolato dal CCNL sottoscritto dalle associazioni sindacali dei datori di lavoro e dei lavoratori comparativamente più rappresentative nel settore sanitario;
  2. i soggetti gestori delle strutture sociosanitarie, che al momento della pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio del presente provvedimento già sono accreditate o hanno inoltrato richiesta di accreditamento ai sensi dell’articolo 14 della l.r. 4/2003, si adeguano a quanto previsto alla lettera A) entro il 30 giugno 2017;
  3. con determinazione del Direttore della Direzione regionale Salute e Politiche sociali sono stabiliti i criteri e le modalità per l’attuazione di quanto previsto dal presente provvedimento;  
  4. il requisito di cui alla lettera A) integra i requisiti per l’accreditamento delle strutture sociosanitarie residenziali previsti dall’allegato B del DPCA U0090/2010 e da altri provvedimenti regionali;

5. il presente provvedimento non comporta oneri aggiuntivi a carico del SSR rispetto al livello massimo annuale di finanziamento fissato per le prestazioni erogate da strutture sociosanitarie accreditate.