La conferenza stampa di Bruno Ferraro dopo l'uscita da "Tivoli Forma"

La conferenza stampa di Bruno Ferraro dopo l’uscita da “Tivoli Forma”

SIMIGLIANZE, analogie bibliche… non scomodare. Nulla di epico, nessuna “aura nobile” nelle ipotesi conclusive della trattativa al “tavolo” del centrodestra provinciale (o regionale, fa lo stesso), comunque ancora indeciso se santificare la liturgia con Messa (Alessandro, figlio dell’ex parlamentare Vittorio) al vertice della lista per le elezioni comunali (quando – e se – si terranno). Il “vogliamo solo Guidonia Montecelio, il resto spartitevelo voi” il refrain di Fratelli d’Italia. Si pronostica che se ne saprà di più domani, al termine dell’ennesima riunione (difficilmente) conclusiva della sciarada pre-elezioni.

Soprattutto perché, la novità, non c’è più soltanto l’aspirante candidato a immaginarsi vincente. Infatti, nella contesa, se scioglierà la riserva, potrebbe entrare Bruno Ferraro, ex magistrato, al vertice del tribunale di Tivoli e successivamente, dal settembre 2009, presidente di “Tivoli Forma”, il centro di formazione professionale tiburtino, fino all’aprile 2016. Un’uscita da idillio terminato la sua.

Alla “scoperta” di Bruno Ferraro ha provveduto Adriano Palozzi – il provinciale di Forza Italia, che già “regalò” a Guidonia l’incisiva presenza del colleferrino Massimo Cacciotti all’Urbanistica –. In precedenza, la destinazione dell’ex giudice doveva essere la giunta di Marino, la città dei Castelli romani. Non se ne fece niente perché alle elezioni anticipate del giugno 2016, causate dagli arresti e dalle inchieste della magistratura (un gemellaggio con Guidonia) i 5stelle prevalsero al primo turno. Superfluo sottolineare l’auspicio di entrambi che i grillini non ci riprovino.

Se le cose andranno come architettato (Messa per l’ex sindaco Eligio Rubeis in primis, o Ferraro per Adriano Palozzi) gli effetti potrebbero essere ugualmente deflagranti: Forza Italia si sbriciola, dei big uscenti Michele Venturiello e Marianna De Maio rimarrebbero nella coalizione di centrodestra, tutti gli altri fuori, candidati nella miriade di liste civiche o in appoggio.

Adriano Palozzi, segretario provinciale di Forza Italia

Adriano Palozzi, segretario provinciale di Forza Italia

Perché, riepilogando, gli azzurri di Guidonia Montecelio s’erano trovati totalmente concordi nel comitato comunale, allorché si approvò il documento Massini-Giovannozzi, nel quale si vietava ai consiglieri uscenti la candidatura a sindaco. In sostituzione, una figura della società civile. Cittadina naturalmente. Neppure il tempo di rendere noto l’orientamento del “parlamentino”, che si aprì il fuoco di sbarramento. Un comunicato al vetriolo dell’ex capogruppo Michele Venturiello (con alcune inusitate cadute di stile: “L’unione comunale deve impegnarsi solo nell’installazione dei gazebo”, la più “lieve”), “bocciava” senza mezzi termini la decisione. Che trovava viceversa d’accordo il provinciale di Fi. Un benestare durato l’espace d’un matin. Infatti, da canone, sul “tavolo” del centrodestra che provvede alla ripartizione di città e paesi interessati al voto, resiste Alessandro Messa. Ora potrebbe entrare Bruno Ferraro.

La candidatura del giovane ex-missino in partenza non sembrava potesse sortire altro effetto se non quello di soddisfare la personale ambizione. Se non fosse intervenuto Eligio Rubeis, l’ex sindaco interdetto dalla politica e dall’amministrazione dai 15 mesi di arresti domiciliari. In una sorta di vendetta alla rovescia, il “muoia Sansone” è diventato il motivo dell’agire da ottobre in poi.

Il poster di Sansone e Dalila

Il poster del film

Per “vendicarsi” di quanti hanno tramato nel periodo di detenzione, di quelli che puntavano a “farlo fuori”, definitivamente. Un agire che ha trovato in Alessandro Messa la pedina ideale. Con il retropensiero malizioso che pochi avrebbero avuto da ridire visto che si trattava del nome d’un suo braccio destro, un voto da tempo indiscutibilmente favorevole alle scelte.

Al contrario, la designazione ha provocato la “rivolta” nel partito. Abituato a non essere contraddetto, va escluso che Rubeis prevedesse le conseguenze della tattica-strategia. Fallita al punto che Forza Italia – già in sofferenza durante la consiliatura – oltre che la presentazione del simbolo non appare in condizioni di garantire il sostegno dei suoi elettori al candidato, qualunque sia. Intanto Messa ha avviato la campagna elettorale. Dall’immigrazione. Non dai “piani di zona”. Alle prossime puntate…