di TOMMASO VERGA

SI POTREBBE TITOLARE “Tekneko” due, a mo’ d’una rimasticata telenovela. Il plot non si differenzierebbe di un acca, ultimatum incluso, del tutto identico com’è alla puntata precedente, anche stavolta interessante i rapporti economici tra il Comune di Guidonia Montecelio e la società appaltatrice dello smaltimento della nettezza urbana.

Per non apparire ripetitivi però, sarà sufficiente dare il dovuto risalto a sfaccettature, spigolature che i critici classificherebbero da burlesque, ma che hanno pieno diritto di ospitalità nell’illustrazione della vicenda e dei risvolti. Voce fuori campo: “La dottoressa ha firmato i flussi finanziari il 24 luglio”. Il protagonista: “Finalmente. Paghiamo subito gli operai e rassicuriamo i fornitori (mesi di arretrati) che faremo fronte agli impegni assunti”. Voce fuori campo: “Ehm, cautela, state attenti, cautela”.

Benché raggelato dall’indicazione il nostro si reca in banca. Per scoprire “che effettivamente erano state pagate fatture 2015 e 2016; importo: 350mila euro”. Per ovvi motivi la narrazione salta il capitolo “eccessi del linguaggio”, per passare alla domanda: “Ma che c’è? non siete soddisfatti?”. Risposta: “Ci avevano garantito circa 800mila euro, liquidati dall’area ambiente due settimane fa, il 12 luglio!”. Un contrattempo, forse una cattiva interpretazione delle carte… “Nooo, si sono scordati, del restante mezzo milione si-sono-scordati!”.

Umberto Di Carlo, patron della “Tekneko”

La videopuntata termina. Per introdurre la lettura della sceneggiatura propriamente detta, il racconto di quel che si rischia a lavorare con Guidonia Montecelio. Si inizia dal titolo di hinterlandweb del 12 maggio 2017: “Cinque milioni la montagna di debiti del Comune verso la “Tekneko” – “I soldi ci sono ma nessuno firma i mandati di pagamento” – Da lunedì stato di agitazione sindacale, estate calda per l’immondizia”. A due mesi di distanza cosa è cambiato? Praticamente nulla.

Perché, a metà luglio, i crediti ammontano a 4 milioni (esattamente: 3.921522,13 euro), che saliranno a 5 per fine mese. I soldi ci sono? non ci sono? La risposta del municipio  è “sì”, in parte possiamo pagare. Nessuno precisa e/o aggiunge attraverso quali peripezie. Il 17 luglio, alla “Tekneko” viene chiesto di pazientare due giorni a causa dell’assenza di Maria Lombardi, dirigente della Ragioneria. Che contemporaneamente non è più titolare dell’incarico. Quindi non può firmare. Si rinvia al 21 luglio. Quando si ottengono i mandati di pagamento. Che la banca respinge perché privi della firma dei flussi finanziari. Di competenza della Lombardi. Il cane con quel che segue…

Sin qui s’è parlato di somme relative agli anni 2015-2016, mentre del 2017 è stato liquidato il 50 per cento del canone gennaio-maggio; il rimanente è nel grembo di una divinità. Chiamata Dec (direttore esecuzione contratto). Che dovrà certificare i servizi resi dalla “Tekneko” alla collettività pur essendo stato nominato a giugno del 2017. Ricorrerà alla dote (contraria) della prescienza.

Un “batti e ribatti” non privo di effetti non esattamente collaterali. Visto che lunedì scorso la “CSA srl” – la società che si occupa dello smaltimento dei rifiuti indifferenziati –, abbonata ai mancati pagamenti, ha invitato la “Tekneko” a non caricare immondizia. Per essere esaustiva nei propositi e negli intenti, la ditta ha bloccato i conferimenti provenienti da Guidonia Montecelio.

Degli effetti, delle conseguenze, superfluo parlare. Specie con queste condizioni atmosferiche, se la faccenda non si risolve nell’immediato i crediti della popolazione verso il Comune potrebbero toccare un punto al calor bianco.