LA  POLIZZA  FIDEIUSSORIA  «… per opere  di   sistemazione  e/o  recupero  e/o  ripristino»  IL RILASCIO dell’autorizzazione regionale è subordinato alla presentazione al sindaco del Comune interessato della domanda comprensiva dell’indicazione dell’area da coltivare, di un piano di coltivazione e del progetto esecutivo per la sistemazione e/o il recupero e/o il ripristino delle aree comunque interessate all’attività estrattiva.
L’autorizzazione deve essere subordinata ad apposita convenzione da stipulare tra il Comune e l’esercente delle cave in cui si preveda l’obbligo di esecuzione, da parte dell’imprenditore, anche a mezzo di eventuali consorzi obbligatori, nei casi e con le procedure previste dalla vigente legislazione mineraria, delle opere esclusivamente connesse all’esercizio di cava, di tutte quelle opere che si rendono necessarie per evitare danni ad altri beni ed attività e delle opere per la sistemazione e/o il recupero e/o il ripristino del terreno comunque interessato all’attività estrattiva, nonché si stabiliscano i relativi tempi di esecuzione. Si dovranno prevedere congrue garanzie finanziarie, anche fideiussorie, per l’adempimento degli obblighi derivanti dalla convenzione in relazione alle opere di sistemazione e/o recupero e/o ripristino. Per ciascuna attività, secondo il dettato legislativo all’epoca vigente, è stata sottoscritta apposita convenzione disciplinante oneri ed obblighi, a carico delle Ditte autorizzate alla coltivazione, in ordine al recupero e ripristino delle aree oggetto di intervento nonché presentate polizze fideiussorie a garanzia del rispetto degli obblighi assunti».

di TOMMASO VERGA
HA TROVATO UN “AMBIENTINO” da rovinare la giornata. Loro, le donne – Paola De Dominicis, Lorena Roscetti, Arianna Cacioni – l’hanno assediato: «Le polizze fideiussorie delle cave di travertino sono state rinnovate oppure no?» l’interrogazione. Egidio Santamaria, dirigente del settore Ambiente del Comune di Guidonia Montecelio: «No». Quanto lapidaria è nella riservatezza dei presenti, quello che conta è (finalmente) la risposta. Dalla quale discende, da un lato, che le cave proseguono comunque l’attività nonostante i divieti fissati dalla legge; dall’altro, l’organismo pubblico – il sindaco Michel Barbet, la vice Chiara Amati, l’assessora Elisa Strani (competente per le Cave), Egidio Santamaria – ha segnalato quanto accade «alle autorità competenti» (ancora Santamaria). Senza precisare altro (esposti, denunce…) pur rappresentando l’istituzione la destinataria dei benefici derivanti dal rispetto degli impegni assicurativi delle aziende. Di contro, gli effetti del mancato assolvimento, si tradurrebbero nell’inasprimento della condizione attuale, le cave abbandonate passerebbero dalle odierne 24 a 25, 26, 27… e chi più ne ha ne metta.
Quale che sia, il numero d’arrivo non segnarebbe il termine della storia. Perché, un giorno (quando mai sarà?), per voglia o per necessità, l’ente locale dovrà porsi il proposito di rammendare il territorio, sanare le voragini causate dall’escavazione. Bisognerà a quel punto trovare «Soldi, soldi, soldi», una ricerca dei danari per i necessari investimenti, che contrapporrebbe Mahmood a Betty Curtis. Capitali che, in assenza delle polizze fideiussorie, non sarebbero a carico di chi non ha controllato e agito di conseguenza – il quartetto di cui sopra –, ma dei cittadini-contribuenti.
Tre anni orsono si immaginava che avrebbero iniziato l’opera i nuovi venuti al governo della città, anche con idee e studi non fondati esclusivamente (o principalmente) sui «ritombamenti». A occhio e croce non solo si sta peggio di prima, ma del governicchio di Guidonia Montecelio hanno approfittato gli «spiriti animali». Per ora, del travertino.
Nel recente passato, c’è stato chi ha sottoscritto polizze fideiussorie false. Oltretutto ripetutamente. Il che sgombera il campo dalle giustificazioni buoniste che i truffati sarebbero gli imprenditori. Sulla denuncia dalla «Groupama assicurazioni» sta indagando la procura della Repubblica di Roma. Tornando all’attualità delle valide ma scadute, si ricorderà che il «Centro per la valorizzazione del travertino romano», «Anna Giansanti» e la collegata «G.B. travertini marmi e graniti srl», il 24 marzo hanno chiesto la «sospensione dei termini per la presentazione». Causa, il «Covid 19». Quale relazione possa transitare tra la pandemia e la copertura assicurativa delle attività di cava non è dato sapere. Anche perché non risulta che alle società che nello stesso tempo hanno onorato l’impegno nei confronti del Comune di Guidonia Montecelio il contagio non ha attecchito.
D’altronde, il Covid-19 non è stato trattato da estraneo. Lo dimostra la riunione che s’è comunque tenuta martedì pomeriggio tra la (dis)giunta e i cavatori. Argomento? Sola fuga di notizie le polizze fideiussorie. Barbet, la Strani avevano probabilmente l’impellente necessità, irrinviabile, di comunicare agli astanti di aver segnalato quanto stava accadendo in tema assicurativo «alle autorità competenti». Sfidando la sindrome-contagio che di lì a poco avrebbe condotto alla chiusura del Comune di Guidonia Montecelio.
Polizze fideiussorie, cosa c’entra il Comune? Presto detto: il municipio è il beneficiario. Potenziale. In dipendenza delle condizioni in cui viene ridotto o lasciato il sito estrattivo, dalla parziale o totale difformità dal piano di recupero ambientale. Una sottolineatura che aiuta a comprendere appieno la validità dell’assicurazione. Va precisato che le polizze fideiussorie agiscono anche nel caso di responsabilità dell’imprenditore nell’attivazione delle procedure concorsuali come il fallimento, il concordato preventivo, il concordato fallimentare.