di TOMMASO VERGA
SCADUTO L’ULTIMATUM, IL PROGETTO DI VIA INVIOLATA è stato sospeso. Lo ha comunicato a Zaccaria Mari, l’archeologo della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per l’area metropolitana di Roma e per la provincia di Rieti, l’ingegnere Giampiero Orsini, dirigente Viabilità della CMRC (Città metropolitana Roma capitale). Più che per una interruzione, il break potrebbe risultare definitivo rispetto alle aspettative della «Ambiente Guidonia srl», la società del gruppo Cerroni interessata a ripavimentare la strada, per meglio consentire l’accesso dei camion carichi di rifiuti da depositare nell’apposito spazio finale, l’impianto TMB costruito all’interno dell’area protetta del parco archeologico-naturalistico.
L’organo ministeriale aveva concesso il termine di due settimane affinché la CMRC tornasse sui suoi passi rispetto alla decisione della conferenza dei servizi del 23 febbraio, una firma conclusiva per la srl di Manlio Cerroni, favorevole alla convenzione per il rifacimento dell’arteria. Un via libera che la Soprintendenza aveva valutato negativamente per rispetto del vincolo paesaggistico risalente al «DM 16 settembre 2016 visto che la modifica ricade all’interno del perimetro del Parco regionale naturale archeologico dell’Inviolata. Vincolo che ovviamente impedisce qualsiasi intervento di modifica dello statu quo».
In aggiunta, la diffida a intervenire in quel luogo, inviata alla Città metropolitana e al sindaco di Guidonia Montecelio da Anna Checchi e Lorena Roscetti, le due consigliere comunali di AttivaGuidonia.
A completare il “concerto”, era stata resa pubblica la nota di Gianni Gianfrancesco, dirigente Pianificazione territoriale, paesistica e urbanistica della Regione Lazio. Una posizione decisamente «schierata contro», al punto di richiamare l’evanescente amministrazione comunale di Guidonia Montecelio: modificare quella strada obbliga all’adozione di una variante di PRG. Questo in teoria. In pratica, nemmeno questo si può. Perché il ”vincolo“ preclude qualsiasi cambiamento.
Sottolineatura che non è mai giunta sul tavolo della Città metropolitana. Per un disguido (diciamo così). La denominazione della Sovrintendenza è cambiata, alla vecchia è stata aggiunta «Rieti», ma gli autori ministeriali hanno dimenticato di modificare l’indirizzo di posta elettronica. Così la «pec» inviata dalla Regione alla CMRC s’è arrestata strada facendo.
Più adeguata “strada sbarrata”. Non esattamente una metafora. Perché, adesso, chiunque provasse a «fare qualcosa» lungo via Inviolata altro non otterrebbe se non un «presente» all’appello in procura della Repubblica.
LAVORI SOSPESI DOPO L’ULTIMATUM DELLA SOPRINTENDENZA
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