di TOMMASO VERGA
“SEI ELEFANTI IN UN NEGOZIO DI BAMBOLE”. Giusta osservazione, la “frase usuale” non è esattamente quella riportata. Senonché è altrettanto vero che non puoi mettere a confronto una bottega con una località, Rocca Canterano, 745 metri slm, che si presenta come uno dei tre gioiellini arroccati sui monti Ruffi (il diminutivo vale per la dimensione). Così come il richiamo all’immagine della trentina di Comuni del circondario di Subiaco, ossia tutta la «Valle dell’Aniene». La Rocca, tenutaria di una serie di attributi che le ha permesso l’inserimento nei «Borghi d’Italia», l’elenco redatto dopo l’esame delle qualità da parte della giuria di Legambiente.

L’area interessata al progetto

Alla quale con molte probabilità, il sindaco non ha illustrato la più recente idea (forse l’ultima, è al secondo mandato) che rischia di oscurare le virtù a corredo del suo “buongoverno”. Chissà come l’associazione ambientalista l’avrebbe accolta, magari Rocca Canterano avrebbe rischiato l’espulsione dalla classifica dei «promossi».
Perché, venendo al dunque, inopinatamente data la natura dell’investimento, va detto che il sindaco ha deciso di dotare il paese di un «templio crematorio», ossia di un forno (a ciclo continuo) che non sarebbe altro di un termovalorizzatore, salvo il “prodotto” da incenerire e le dimensioni. Identici gli interrogativi, le voci contrarie a difesa dell’ambiente: i fumi (ogni cremazione richiede 3 ore, 3 ore e mezza)? gli scarti della combustione? dove realizzare la discarica di servizio?

via Florestano Di Fausto

Ma soprattutto etica! Un paesino che vanta due cose, aria pura e panorama. Itinerari e percorsi per ciclisti, motociclisti, trekking, arrampicata.
Su questo fronte si pongono le obiezioni dei contrari. Per i quali il forno viene giudicato un’offesa ai luoghi, offesa in quanto tale, una sorta di vilipendio alla loro natura e, persino, offensivo del tran-tran individuale. Dunque si parla del trattamento del “caro estinto”. Macabro? Certamente (ma non perché la popolazione abbia scelto il tema sul quale esercitarsi). Macabro ma non quanto dopo la risposta al “dove abiti?”, ci si sente replicare «a Rocca Canterano? il paese delle cremazioni?»; macabro assistendo al transito quotidiano nell’unica via d’ingresso al piccolo centro cittadino (e al cimitero), via Empolitana, strada montana stretta e tortuosa che diventerà la via dei carri funebri per tutto il giorno.
L’accoglienza da parte dei cittadini non è stata di certo quella che il sindaco attendesse. Perché la decisione è arrivata come una doccia fredda, senza che nessuno immaginasse il senso di un templio, non a uso e consumo della cittadinanza, ma qualcosa di incomprensibile, una imponente colata di cemento, almeno 2000mc, a ridosso del cimitero, su una scarpata di roccia in un territorio per giunta anche sismico.
Tutto ciò si traduce una sorta di «servizio conto terzi»; stando ai conti, il forno deve funzionare per almeno 6 defunti/giorno. Che non corrisponderebbero al numero “ufficiale” ma al risultato atteso dai gestori dell’inceneritore. Perché un impianto del genere presuppone un funzionamento a ciclo continuo onde ottenere l’equilibrio costi/benefici. La “comunicazione per la stampa”, esplicitamente critica e diffusa oggi, si annuncia l’apposizione di 107 firme in un paese che conta 180 abitanti. Un altro numero? Il 7 ottobre le firme sono state 283, per l’adesione anche di non residenti, domiciliati, proprietari di immobili: per tutti, nessun equivoco sul “no” al forno crematorio.
Ma come può essere venuto in mente un servizio di tale natura al sindaco di Rocca Canterano? Forse per far quadrare i bilanci del Comune?
La risposta si ricava dalla comunicazione alla stampa del «Comitato civico “No al Templio crematorio”». In risposta al quesito «quanto rendono 40mila salme?»: «il 27 luglio 2021 arriva in Comune una proposta di massima di progetto da parte di un’associazione temporanea di impresa (3 società) per la costruzione all’esterno del cimitero di un templio crematorio della potenzialità di 1371 cremazioni annue per un impegno contrattuale di 29 anni per un totale di circa 40.000 salme. Il 19 settembre in consiglio comunale con delibera n° 38 è stata approvata la “Proposta di progetto di finanza per la progettazione, costruzione e gestione di un templio crematorio …».
La contraddizione dei numeri. Come detto, la popolazione di Rocca Canterano supera di poco 180 persone. Dunque non regge, se non ricorrendo all’unità di misura «secolo», che ne possano essere cremate 1.371 come annunciato dal sindaco.
Il mercato? prima d’altri, Roma naturalmente, “a Rocca Canterano sorgerà una succursale di Prima Porta”. C’è nulla da ironizzare.
Ennesimo motivo di critica la collocazione a ridosso del vialone panoramico, punto di ritrovo per grandi e piccini – dove troneggia la targa “via Florestano di Fausto”, noto architetto attivo durante il regime (per la cronaca braccio urbanistico di Mussolini tant’è che fu lui a creare la nuova Predappio) – dista soltanto 100 metri dall’ingresso del futuro forno crematorio!