di TOMMASO VERGA
CHE FRETTA C’ERA? UN ANNO FA IL “RITOMBAMENTO”. IL 2 FEBBRAIO LA “VARIANTE DI PRG”. ORA “FS”.  La cronologia per spiegare il senso del punto di domanda che sintetizza l’orientamento della giunta di Michel Barbet. Curioso il fatto che nell’«atto di indirizzo» non venga indicato il nome dell’assessore proponente, il che lascia pensare si tratti della vicesindaca per attributi ignoti Elisa Strani in quanto anche assessora alle Attività estrattive.
L’«atto di indirizzo» del 2 febbraio 2022 allora, avente per oggetto il ritombamento delle cave di travertino esaurite, distribuite su 231,50 ettari di territorio di Guidonia Montecelio. Per tali ex-attività il PRG fissa la destinazione agricola in quanto dismesse. Il “caso”, come abbiamo scritto, nasce perché la giunta intende riconvertirle d’emblée a uso industriale. Una “revisione” che non ha toccato nervi scoperti a quanto si è visto.
A tutti, partiti, liste civiche, protestanti luterini e/o d’altro apostrofo, «atto di indirizzo» e ritombamento non risulta abbiano infastidito. Nemmeno per il fatto che, a tutt’oggi, l’unico risultato è l’arricchimento del portafoglio dei padroni delle cave (non servono sforzi per capire cosa significherebbe postare nei bilanci d’ogni società 15-20 ettari di un terreno divenuto miracolosamente a destinazione industriale contro la precedente agricola… Tutto a prescindere dall’effettivo utilizzo).
Inoltre non vanno dimenticati gli ulteriori profitti derivanti dallo sgombero e dal trasporto dei materiali inutilizzabili ai fini dell’opera ferroviaria. Oggi, un camion che da Accumoli fa tappa al Divino Amore e capolinea alla montagnola di inerti di Ciampino, incassa 1.500 euro ogni viaggio, tremila tra andata e ritorno.

«Ritombamento» cave dismesse: per i primi quattro anni dell’era di Michel Barbet si è trattato di argomento del tutto sconosciuto

Di «ritombamento» non se n’è mai parlato. Fino alla determina numero 27 del 2 febbraio 2021, a firma dell’ormai lontano per dimissioni Egidio Santamaria, l’architetto ex dirigente dell’area IV – Ambiente, Lavori pubblici, Attività estrattive –, dall’altro ieri sostituito da Alberto Latini.
A sostegno del «Riempimento dei vuoti di cava con terre e rocce da scavo provenienti dall’esterno del sito di cava (recupero ambientale)», Santamaria ha persino rivangato lo studio geochimico-mineralogico-petrografico costato 21 mila euro più Iva della professoressa Paola Tuccimei, dell’Università di Roma Tre, risalente alla determinazione dirigenziale del 29 ottobre 2013 (Area III n. 126), studio mai utilizzato in precedenza (uno dei non pochi misteri guidoniani). Compenso,.
Da ritombamento a variante di PRG, entrambi gli atti della giunta figurano esplicitamente come sbrigativo richiamo dal Comune di Guidonia Montecelio alle aziende del travertino di mostrarsi a favore della «manifestazione di interesse» di Italferr, la società del gruppo Ferrovie dello Stato, e quindi “ospitare” i materiali provenienti dalla realizzazione dell’alta velocità Roma-Pescara. Perché non li utilizzate per ritombare le cave dismesse? il sollecito. Come si vede, disponibilità conclamata. Programmata anzi. Un anno fa.

Le acque recuperate dalle pompe fissate sulle cave di travertino alle “Fosse”-Villalba. Il canale (artificiale) sbocca nel Fosso delle Prata che poi scaricherà nell’Aniene a Ponte Lucano (foto di Simone Di Nillo; si ringrazia l’associazione Parco dei Travertini e delle Acque Albule)

Il grattacielo (già in uso) di BNL Paribas

E’ qui che collochiamo la domanda: che fretta c’era? Perché non attendere e lasciar decidere il sindaco che si darà Guidonia Montecelio dopo la consultazione del 12 giugno? Nessun approfondimento distoglie dalla consapevolezza che quella di Barbet è una “linea” che investe le radici della città e quindi la natura stessa del rapporto cittadino-potere politico-amministrativo. Una modalità che assomiglia terribilmente alla delibera “Polo Est” che Virginia Raggi e la giunta capitolina non solo approvarono a ferragosto 2021 (esattamente il 20 del mese), ma anche a ridosso delle amministrative della Capitale. Immaginarsi la bagarre se Roberto Gualtieri, il vincitore della consultazione, avesse annunciato di non essere d’accordo con la strategia della grillina. L’atto è indispensabile per la costruzione dei 13 grattacieli a Pietralata su terreno Ferrovie dello Stato (il primo, già eretto, ospita con il massimo della visibilità la banca BNL Paribas; del secondo, proprietà Istat, avanza il cantiere).

La fragilità del bacino travertini-acque albule e il pericolo di subsidenza a Villalba nel “rapporto 2021” di Legambiente

Nel rapporto 2021 di Legambiente si legge: «Per le cave dismesse non recuperate sarebbe previsto il riempimento con materiali compatibili ma l’assenza di tali materiali pone l’urgenza di reperire terre o rocce di scavo idonee poiché il ritombamento delle cave di travertino dismesse deve essere eseguito con una particolare accortezza dato che: l’estrazione avviene con acqua di falda costantemente affiorante, probabilmente riferibile all’adiacente bacino delle Acque Albule; le cave sono delimitate a sud dal fiume Aniene che risulta a rischio inquinamento per lo sversamento delle acque di scarico provenienti dalle attività estrattive limitrofe; nella frazione di Villalba si sono verificati e continuano a verificarsi pesanti fenomeni di subsidenza indotta».
Sulla tenuta d’insieme del quartiere influirà il via-vai dei mezzi pesanti carichi dei materiali destinati al ritombamento delle cave dismesse. Problema analogo riguarderebbe Villanova, l’altra sezione del bacino estrattivo, per quanto non «delicata» come l’altra. A Villalba la subsidenza è tuttora attiva, non si è mai interrotta poiché le fondamenta delle abitazioni poggiano proprio sulla pietra immersa nell’acqua. Ogni riduzione del sottostante liquido o modifica della direzione del flusso dovuti alle modalità dell’escavazione, comportano un preoccupante ma inevitabile effetto sulla stabilità degli edifici.

60 milioni di danaro pubblico in conseguenza d’un danno da imputare alle modalità di escavazione; firmato Francesco Nolasco, dirigente del «geologico regionale»

A proposito della subsidenza di inizio secolo – che a Villalba causò l’immediata inagibilità di 140 abitazioni –, vale la pena riportare il giudizio di Francesco Nolasco, l’«inventore» del sistema geologico laziale, che addebitò senza mezze misure le cause della subsidenza che prima di Villalba sconvolse Bagni di Tivoli (al tempo si chiamava così) , alle modalità di escavazione che causavano l’inarrestabile movimento del terreno sul quale poggiavano le abitazioni. Un fatto «meccanico», scavare per estrarre la pietra provocava la rottura della falda, con le acque che sgorgavano dalle fessure sulle pareti dello scavo allagando le cave. Liquido che veniva/viene aspirato senza sosta e riversato nell’Aniene. Le conseguenze costarono 60 milioni di euro alla Regione Lazio guidata da Renata Polverini. Rimase senza risposta il quesito «se il dirigente della geologia regionale attesta che la colpa è dei cavatori perché dei danni se ne deve far carico il bilancio pubblico?».

Terre e rocce da scavo per inquinare le “sorgenti” delle Acque Albule e il fiume Aniene da Ponte Lucano

Il ritombamento con i materiali descritti non farebbe altro che peggiorare le qualità dell’acqua minerale utilizzata per fini ricreativi e/o salutari nelle Terme di Bagni. Perché si tratta di acqua giacente sul fondo-cava, «infettata» dai materiali provenienti dai cantieri della Roma-Pescara. Per il principio dei vasi comunicanti, prima di occupare le piscine delle Acque Albule e il “reparto sanità”, il liquido continuerebbe a depositarsi nelle “sorgenti” Colonnelle e Regina. Contemporaneamente un’altra porzione dell’acqua minerale verrebbe aspirata dal centinaio di pompe, incanalata nel Fosso delle Prata e scaricata nel fiume Aniene a Ponte Lucano.

Inevitabile la sequenza di punti interrogativi

* Chi si occuperà di svolgere una puntuale analisi chimica e merceologica con caratterizzazione del sito e valutazione del rischio al fine di verificare ed attestare che la concentrazione di inquinanti rientra nei limiti?
* Le terre da scavo potrebbero contenere amianto e altri rifiuti cosiddetti pericolosi?
* Sarà il vecchio fiume che scende dai Simbruini ad ospitare la melma (cfr: «terra molle e attaccaticcia»), formata dalle terre e dall’acqua non più aspirata dalle pompe delle cave attualmente in attività?
* Si è già accertato qual è il terreno idoneo ad evitare totalmente i fenomeni di dissesto oppure saranno sinkhole e subsidenza già in atto che detteranno l’agenda?
* Quale sarà di fatto il terreno che garantisca un efficace drenaggio delle acque rispettando le direzioni di flusso precedenti le attività di scavo?
* Come ripristinare gli acquiferi eventualmente venuti a giorno e restituirne la protezione?
* Come rispettare le caratteristiche ecologiche e agronomiche del paesaggio?
* La ricetta di porre un ultimo strato conforme al materiale preesistente di cava per pensare di ripristinare l’habitat non sarà oggi nascondere la polvere sotto al tappeto?

In particolare, rispetto alle acque termali

* Quali procedure saranno adottate al fine di salvaguardare le acque sotterranee ed assicurare un elevato grado di tutela ambientale e sanitaria? Si tiene quindi conto che già esiste una legge dagli anni 90 che legittima e tutela le acque di falda come future acque potabili per nuove tecnologie che le assimileranno a quelle originarie?
* Infine: chi certificherà l’impatto ambientale di un’operazione che potrebbe persino minare la salute pubblica?

(si ringrazia dei suggerimenti dis-interessati forniti in proposito)                                       © RIPRODUZIONE RISERVATA