Andrea Di Palma, protagonista dell’Operazione ragnatela

di SALVATORE PARADISO
CORRUZIONE, FALSO ma anche l’accusa più complessa da dimostrare ASSOCIAZIONE PER DELINQUERE. E’ il primo verdetto processuale dell’Operazione ragnatela, risalente al 2017, una Tangentopoli II per la città di Guidonia Montecelio. Condanne con pene dai 4 ai 9 anni per funzionari, politici e imprenditori dell’era Rubeis. Con l’aggiunta di un maxirisarcimento al Comune. Ma anche una secca risposta dei giudici a qualche politico di destra di Guidonia Montecelio che aveva accusato Francesco Menditto, il capo della procura di Tivoli, autore dell’Operazione ragnatela, di aver valicato la linea di distinzione tra giustizia e politica. Una velenosa «replica» in verità, non soltanto perché l’addebito aveva esordito in precedenza dopo l’arresto del sindaco Eligio Rubeis, ma per i termini utilizzati nella conferenza stampa del procuratore per illustrare i termini dell’«Operazione ragnatela»: «Un Comune altamente inquinato da attività criminali» ad opera di quella che Francesco Menditto qualificò «mafia bianca». Un giudizio interamente a carico della maggioranza di destra al governo di Guidonia Montecelio a quel tempo da quasi 15 anni consecutivi.

La conferenza stampa dell’Operazione ragnatela del 20 aprile 2017; il procuratore Francesco Menditto secondo da sinistra

E’ di questa mattina la lettura in aula della sentenza di primo grado a carico di politici, funzionari e imprenditori compresi negli arresti del 20 aprile 2017.
Otto anni per l’ex vicesindaco poi sindaco facente funzioni Andrea Di Palma, protagonista secondo l’accusa di corruzione nell’«Operazione ragnatela» per la “mazzetta” da 50 mila euro per l’appalto del trasporto pubblico. Nove anni e 6 mesi per Michele Maccarone, 103 mila euro e al pagamento di 86 mila euro a favore del Comune e Gerardo Argentino, rispettivamente funzionario e dirigente del settore ambiente, 4 anni per Gilberto Pucci, ex dirigente del settore finanze e 4 anni anche a Rosa Mariani, ex segretaria generale del Comune. Per lei, la condanna si riferisce alla sola associazione a delinquere, non avendo avuto ruoli attivi e diretti nell’«Operazione ragnatela». Unico assolto, il geometra comunale Maurizio Rocchi per il quale l’accusa aveva chiesto due anni di reclusione, ma il Giudice ha deciso invece per la non sussistenza degli estremi per la condanna.
Condannati anche gli imprenditori coinvolti a vario titolo con il sodalizio criminale, colpevoli anche loro di falso e concussione.
Le motivazioni che hanno condotto a tali significative condanne saranno rese note entro 90 giorni, ma l’«operazione ragnatela», promossa dalla Procura di Tivoli ha evidenziato come con un giro di società e fatture false, venissero addebitati a caro prezzo al Comune di Guidonia Montecelio lavori mai eseguiti e forniture inesistenti, principalmente nel settore ambiente e parchi.
Dopo gli arresti l’amministrazione di Michel Barbet fece entrare a pieno titolo l’amministrazione comunale nel processo costituendosi parte civile per chiedere i danni di immagine agli imputati. Danni che sono stati pienamente riconosciuti e che saranno quantificati dal giudice civile. L’operazione ragnatela non è finita qui. © RIPRODUZIONE RISERVATA