I carabinieri della Forestale: «certificando falsamente la conformità della struttura in corso di realizzazione al PRG, come da precedenti valutazioni» Umberto Ferrucci «intenzionalmente procurava alla società Co.La.Ri. Ambiente Guidonia (oggi “Ambiente Guidonia srl, ndr) un ingiusto vantaggio patrimoniale pari al valore dell’impianto di trattamento meccanico-biologico e comunque alla rimozione degli ostacoli amministrativi alla sua realizzazione»

L’autostrada del Sole sfiora il «blocco» discarica-impianto TMB (fonte: FAI)

di TOMMASO VERGA
OGNI AUTOSTRADA DEVE GODERE DI UNA FASCIA DI RISPETTO. Che il Regolamento di attuazione del DPR 495/1992 stabilisce come «divieto di edificabilità assoluta ed inderogabile» per una distanza di metri 60 fuori dai centri abitati e 30 all’interno oppure nelle aree edificabili fuori. Precetto che a Guidonia Montecelio non è stato rispettato. Qui la fascia di rispetto del TMB di Manlio Cerroni ad uso Roberto Gualtieri, è ridotta a 30 mt dall’A1. Il dimezzamento corrisponde al fatto che a Guidonia Montecelio l’impianto per il trattamento dei rifiuti è stato eretto non in uno dei 9 quartieri della città, ma in un «centro abitato» definito Parco dell’ Inviolata. Collocazione che ha la sua parte di verità. Infatti l’Inviolata è stata «zona abitata», qualche millennio orsono, da latini, sabini, etruschi, sbrigativamente definiti «romani». Che per quanto antichi, comunque abitanti erano.
Ai tempi nostri, a definire i «luoghi abitati» di Guidonia Montecelio, ha provveduto il 25 aprile del 2011, il sindaco Eligio Rubeis, adottando la delibera di giunta numero 116. Nella quale non ha trovato accoglienza l’eccezione sul TMB evidentemente non dislocato in un «centro abitato». In quegli atti, attraverso gli allegati 1 e 2, i «centri abitati» di Guidonia Montecelio vennero elencati negli «storici» nove quartieri, a ribadire l’originale policentrismo, senza spendere nemmeno un cenno sul Parco dell’Inviolata. Oltretutto, difficile pensare all’errore degli uffici, poiché si indica una delibera di giunta che precede la costruzione dell’impianto. Per smentire ulteriormente il teorema «centro abitato» teorizzato dal dirigente dell’Urbanistica dell’epoca.
Desta interesse semmai l’indifferenza del ceto politico-amministrativo della città, tranquillamente attraversato dell’interpretazione che fosse lecito e legittimo ridurre la fascia di rispetto a 30 metri, della metà, consentita tra il TMB e l’autostrada A1 trattandosi di area destinata a costruzioni: caratteristica totalmente estranea al Piano regolatore.

I carabinieri del Corpo ambientale nazionale a Guidonia Montecelio

Nessuno, a Guidonia Montecelio – sindaco, vicesindaco, assessori, rappresentanti di partiti politici o di organizzazioni sociali – in più di due lustri, ha trovato da eccepire, rilevato e tantomeno contestato, un fatto dei tanti caratterizzanti la “Guidonia silentes”. Possibile che nessuno abbia fatto caso a quanto stava avvenendo all’Inviolata?
Una storia dai connotati decisamente negativi, che viene “rovesciata”, in questo momento, dal Coordinamento Cittadini Lazio, organismo che raggruppa ben 15 associazioni, che ha riepilogato quanto accaduto in una nota inviata a Mauro Lombardo, sindaco di Guidonia Montecelio, a Cristina Zizzari, attuale dirigente dell’assessorato all’Urbanistica, nonché a tutta una estesa serie di rappresentanze politico-amministrative ad ogni livello.
Oggetto? Il CCL chiede di verificare se la precedente amministrazione, che risulta costituita nel giudizio penale pendente come parte civile e che quindi avrebbe preso contezza del problema, abbia disposto le misure di legge e nel caso la confisca immediata dell’impianto di proprietà della “Ambiente Guidonia srl”, quale premessa allo stop istantaneo dell’attività, e il successivo, conseguente, abbattimento. Un trattamento al quale la pubblica amministrazione è obbligata in presenza di una costruzione abusiva.
Per un estraneo o poco avvezzo alle cose della «miniera “Guidonia silentes”», come si comprende, nella narrazione ha una ruolo primario Umberto Ferrucci, dirigente dell’Urbanistica cittadina con i sindaci Filippo Lippiello (Margherita) e il successore Eligio Rubeis (Forza Italia). A riflettere sul fatto la certificazione attesta che l’Inviolata è un «centro abitato», il dirigente dell’Urbanistica nei fatti appare un «precario» capitato in un Municipio per sostituire il titolare in ferie, in malattia o altro. Ignaro al punto da non sapere che il TMB sul quale doveva svolgere l’istruttoria per rilasciare l’agibilità, non è/era collocato in un «centro abitato» come certificato a sua firma, bensì in un parco denominato «dell’Inviolata» istituito da una legge regionale risalente al 20 giugno 1996. Il che non poteva comportare variazioni degli adempimenti d’obbligo, così come modifiche sulla distanza fissata tra autostrade e costruzioni.
Inoltre, a contestare la «formula ferrucciana», con argomentazioni decisamente pesanti, è principalmente il verbale risultante dall’apposita indagine del Nipaaf (Nuclei investigativi Polizia Ambientale Agroalimentare e Forestale), conservato tra le carte componenti il faldone relativo al procedimento di recente ri-trasferito dal tribunale di Tivoli a piazzale Clodio. Nel quale la Forestale puntualizza come Ferrucci, «certificando falsamente la conformità della struttura in corso di realizzazione al PRG, come da precedenti valutazioni» «intenzionalmente procurava alla società Co.La.Ri. Ambiente Guidonia (oggi “Ambiente Guidonia srl, ndr) un ingiusto vantaggio patrimoniale pari al valore dell’impianto di trattamento meccanico-biologico sito Guidonia e comunque alla rimozione degli ostacoli amministrativi alla sua realizzazione».

Umberto Ferrucci

Sommando le diverse questione qui descritte, non si può negare che l’impianto costruito all’Inviolata, solleva tutta una serie di obiezione sulla regolarità della costruzione. Non si approfondiranno in questa sede aspetti di competenza del tribunale di Roma. Mentre, relativamente alla richiesta del Coordinamento Cittadini Lazio, si misurerà concretamente quanto Mauro Lombardo e Cristina Zizzari, sono disponibili nel «voler verificare se la Giunta Comunale Barbet abbia posto in essere azioni di presa d’atto del verbale del NIPAAF su tale dislocazione del TMB e in caso negativo di voler immediatamente far predisporre ogni azione di legge per l’eventuale verifica dello stato urbanistico e il conseguente obbligo di confisca del bene da parte delle autorità competenti, per la demolizione o la ricomprensione nel patrimonio demaniale» considerando anche che comunque il decreto ministeriale del 16 settembre del 2016, il Vincolo di Area Vasta del Mibact attesta che le aree del TMB e della discarica sono graficizzate nel PTPR come “ambito di recupero e valorizzazione paesistica” da ricomprendere alla fruizione cittadina.
Effetti? La confisca del bene e il suo abbattimento. Va escluso il ricorso a una «sanatoria», che – verificato se prevista – nella circostanza non si può rilasciare perché la l’obbligatoria distanza costruzioni-autostrada costituisce «un vincolo assoluto di inedificabilità».
L’adozione delle misure richieste – conclude il CCL – «ha carattere di estrema urgenza, in vista delle operazioni di collaudo attualmente in essere per effetto dell’ordinanza del sindaco metropolitano Roberto Gualtieri, che potrebbero interferire irritualmente anche su un impianto considerato abusivo, dove in tal caso, mancherebbe l’agibilità, e, di conseguenza, sarebbe resa nulla la cessione d’azienda, già controversa per l’interdittiva antimafia, da Co.La.Ri. ad Ambiente Guidonia srl.
Del TMB , l’impianto per il trattamento meccanico-biologico dell’immondizia, costruito dal sindaco Eligio Rubeis (suo vice Mauro Lombardo) all’Inviolata, del quale si sta in questi giorni sperimentando il collaudo a caldo per effetto del contratto firmato il 12 ottobre 2022 da “AMA spa” per Roberto Gualtieri – il sindaco di Roma, che decide per suo conto ogni azione interessante i Comuni dell’area metropolitana, metodo che intende mantenere e consolidare (Marco Vincenzi dixit) – e “Ambiente Guidonia”, la srl di Manlio Cerroni, a capo dell’omonimo gruppo formato da società che si occupano di immondizia, tra le quali “Eco Italia 87”, interdetta dal 2014, con il doppio ruolo di proprietario della discarica dell’Inviolata, chiusa dal 2014, responsabile dell’inquinamento di falda di tutta l’area, nonché azionista del 39,6 di “Ambiente Guidonia”, la srl colpita da interdittiva antimafia per il 99% dei soci. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.it