Si è svolta questa mattina, presso il Tribunale del riesame di piazzale Clodio, a Roma, l’udienza sul ricorso presentato dagli avvocati del gruppo facente capo a Manlio Cerroni, sul sequestro del cantiere predisposto per la costruzione del Tmb (Trattamento meccanico biologico dei rifiuti) all’Inviolata. Il provvedimento, risalente al 4 agosto, eseguito dalla Forestale, faceva seguito a un decreto del Gip Michele Alberto Cisterna, del Tribunale di Tivoli. L’atto dovuto ad “autorizzazioni dei lavori viziate da carenze” relative ai vincoli paesaggistici.
All’origine della ‘svolta’, le valutazione della Soprintendenza che il 31 marzo scorso aveva ordinato la sospensione dei lavori di costruzione del Tmb. In sostanza, i proprietari dei 5 ettari sui quali è stato realizzato l’impianto, avrebbero costruito su un’area vincolata, modificando così l’assetto di una zona protetta. E nessun titolo amministrativo poteva risultare valido per ottenere la correzione del vincolo.
In udienza, oltre al provvedimento di sequestro, è stato depositato con molte probabilità il fascicolo con le relative motivazioni degli ‘avvisi di garanzia’ emessi da Tivoli il 17 settembre a firma del sostituto procuratore Stefania Stefanìa, a carico di Monica Cerroni e Francesco Zadotti – di ‘Colari ambiente’ e ‘Sorain Cecchini’ – e Isabella Stolfi (della Edil Moter, costruttrice dell’impianto). Ma non è assolutamente detto che, nel frattempo, siano rimasti solo in tre a doversi difendere.
Come previsto dalla procedura, si attendono le decisioni del Riesame. (t. ve.)