Nessuno risponde: inaccettabile il comportamento della Coop del ‘Tiburtino’

 

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A rischiare il posto di lavoro sono i 48 lavoratori rimasti. Ad aprile del 2009, quando venne aperto, erano il doppio.

I ‘reduci’ di quella trionfale inaugurazione mantengono tutti il contratto a tempo indeterminato. Insieme ad altre singolarità. La principale interessa l’orario di lavoro, che, per un accordo sindacale di sei anni fa, è pari a 20 ore settimanali. Se l’azienda ritiene necessario ‘sforare’ (a 24, 30, 37 ore) la comunicazione giunge mese per mese, secondo le esigenze. Le ore lavorate in più non vengono retribuite, ma destinate alla ‘flessibilità’.

Domanda: “ma ci sono aziende dove si lavora ancora in queste condizioni?”. Sì, ci sono. E proprio laddove mai lo immagineresti: nell’ipermercato della Coop nel Centro commerciale ‘Tiburtino’.

Evidentemente non basta alla ‘Unicoop Tirreno’, proprietaria del marchio. Che dopo aver riempito gli scatoloni con le carte contabili e societarie si accinge ad andarsene. Prospettive? I lavoratori? I soci? Nulla di nulla, bocche cucite. I sindacalisti pongono domande ad interlocutori sordi, che così non rispondono. Forse è la prima volta nella storia del movimento cooperativo. In particolare per una organizzazione che alla nascita si chiamava ‘La Proletaria’.

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Ma c’è sempre una prima volta. Dopo la vicenda Unipol nulla stupisce più. E c’è da chiedersi se è ancora necessario e opportuno che la cooperazione goda di trattamenti fiscali ad hoc. A metodi ‘naturalmente’ propri del capitale la normativa deve risultare conseguente.

Arriva la licenziataria del marchio ‘Conad’, ma con i suoi lavoratori

Non che i lavoratori si siano ‘arresi’ agli eventi. Tutt’altro. Così al silenzio della Coop hanno ‘annusato’ in proprio. Scoprendo che i ‘tecnici’ indicati dalla direzione per verificare alcuni dettagli di un reparto, altri non erano che i titolari di un supermercato. Ed è scoppiata la vertenza.

Anche perché non si tratta di una ‘partita di giro’: arriva sì Conad, ma non il Consorzio nazionale dettaglianti, bensì un licenziatario in franchising, che già oggi ha le vetrine a due passi dal ‘Tiburtino’.

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Con altri punti vendita a Roma e a Guidonia. Con tanto di personale proprio – quindi, salvo qualche ‘residuo’, non assorbirà i lavoratori Coop –, con un suo profilo, con una normativa contrattuale diversa.

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Oggi i lavoratori hanno scioperato, domani proseguiranno. Da lunedì si vedrà. La speranza è che intanto i sordi parlino.