di TOMMASO VERGA
La Provincia “esclude qualsiasi formazione di polveri e/o emissioni odorigene” e ritiene “compatibile, al fine della conclusione del procedimento amministrativo, la distanza del costruendo impianto dalla struttura ospedaliera” della Ihg e della Asl. Quindi, nulla osta alla costruzione e al funzionamento della fabbrica per il trattamento di rifiuti a Martellona (hinterlandweb, 3 settembre 2014). E’ quanto si legge nella determinazione 6129 del 31 ottobre, emessa dai “Servizi di tutela e valorizzazione dell’ambiente”.

La zona dove sorgerà l'impianto della "Avr spa": Ihg, Asl, istituti scolastici, il previsto campus da realizzare

Così, con queste motivazioni, Palazzo Valentini – prima di esalare gli ultimi fiati – accoglie la richiesta della “Avr spa”, escludendo inoltre che l’attività sia soggetta alla Via (Valutazione di impatto ambientale), così come avevano chiesto l’11 settembre, in sede di Commissione consiliare, i rappresentanti di minoranza del Movimento 5stelle e del Pd, ottenendo il consenso degli altri partiti cittadini (salvo l’astensione del presidente Tortora, del Ncd).
Ma la distanza dall’ospedale? E’ l’aspetto assolutamente meno comprensibile (oppure è il contrario… in questo Paese). Non è materia valutabile, dice l’amministrazione provinciale, perché non è mai stato redatto un “Piano provinciale per l’individuazione delle zone idonee alla localizzazione degli impianti di smaltimento rifiuti”. Quindi, l’ok va dato, il divieto è vietato.In assenza del “piano provinciale” l’autorizzazione si deve dare, il divieto è vietato
Francamente paradossale. L’assenza dello strumento dovrebbe semmai comportare l’approfondimento della tematica, sotto i diversi profili, primo fra tutti quello a difesa della salute dei ricoverati all’”Italian hospital group” e degli utenti degli ambulatori della RmG. Invece, la distanza è “compatibile”. A prescindere. In base a cosa se mancano una letteratura, una nomenclatura, i termini di paragone?
Di tutta questa burocratica determinazione, si capisce che ad essere esaminato è stato il ramo d’azienda che si occuperà di carta e plastica; qualche attenzione si avverte relativamente ai residui della pulizia delle strade dell’intero Lazio (tranquilli, niente polveri o “emissioni odorigene”). Dove si dice nulla è sugli spurghi, sul recupero di fogne o pozzi neri che siano. Silenzio assoluto anche sui residui da lavorazione che andranno depositati in discarica (come si legge nel piano della società). Due capitoli, essenziali, del progetto della “Avr spa”.

Però ora la Provincia deve fornire i criteri che hanno portato alla decisione
Adesso sarebbe opportuno – meglio: è necessario – che i “Servizi di tutela e valorizzazione dell’ambiente” fornissero ai consiglieri comunali richiedenti e ai cittadini le modalità con le quali si è pervenuti alla decisione. Anche perché una valutazione così strutturata, oltre che prescindere dall’esame effettivo dell’attività produttiva, lascia l’uscio aperto al consueto schema repressivo come previsto per casi analoghi: una sanzione amministrativa, una contravvenzione.
Dunque, per la Provincia di Roma l’impianto si può costruire e deve iniziare l’attività. Per il sindaco Eligio Rubeis e l’amministrazione da lui presieduta lo poteva già, non c’era nessun problema, semmai una conferma l’esame di Palazzo Valentini (“proteste ottocentesche” commentò a suo tempo). Quindi, la “città dell’aria” nei prossimi anni potrà godere degli effetti dell’ennesimo “monumento all’immondizia”. Ma in pieno centro stavolta. Guidonia Montecelio ringrazia.