di TOMMASO VERGA
Il logo del consorzio, “Ecocar Ambiente”, s’attaglia a una società produttrice o venditrice di automobili ecologiche. E non è detto sia proprio questa la “ragione sociale”, strizzare l’occhio agli ambientalisti. Perché l’attività svolta inerisce effettivamente ai rifiuti, la “monnezza”. E perché la fondazione e gli incarichi statutari riconducono alla persona di Angelo Deodati, insieme con

Raffaele Cantone, presidente dell'Autorità anticorruzione (da milanoexpo2015.net)

familiari e parenti, la cui notorietà corre parallela alla discarica dell’Inviolata. Quindi, per proprietà transitiva, al “gruppo Colari”.
La descrizione, per illustrare la fisionomia dell’associata della “coop Edera”, anch’essa di questi tempi illuminata dai riflettori a causa dell’appartenenza al “gruppo 29 giugno”. Insomma, a Guidonia Montecelio, la partita della raccolta differenziata viene giocata dal tandem ‘famiglia Deodati-Salvatore Buzzi’, in Rti (Raggruppamento temporaneo di imprese). Seppure in affidamento a scadenza dopo il forfait della “Aimeri Ambiente”, in attesa dell’aggiudicazione dell’appalto definitivo, 50 milioni per cinque anni.
Nel Palazzo comunale, nessuno, naturalmente vien da aggiungere, ha da obiettare alcunché. Tutti si avvinghiano all’”Edera”, per conoscerne il destino si aspetta, come si è sentito dire sabato, che il prefetto di Roma decida delle sorti della “29 giugno”, capofila delle cooperative sociali, implicata nella “cupola fascio-mafiosa” al centro delle cronache di questi giorni. Dell’”Edera” abbiamo scritto il 4 novembre, all’interno dell’articolo dedicato principalmente alla coop (ma è necessario ribadire e sottolineare una preoccupazione: i lavoratori che fine faranno? persone con un difficile passato, ormai reinserite nel contesto civile e sociale, dovranno loro rimborsare le “stecche” distribuite dal triciclo Buzzi-Cancelli-Carminati alla politica romana?).
Un automezzo della "Ecocar" (da casertace.net)

Ora c’è un elemento (relativamente) nuovo che piomba nel “satellite immondizia” cittadino, ignorato ma foriero di effetti devastanti, che altrove si sarebbero già dovuti manifestare, cosa sicuramente inevitabile nell’immediato futuro. Un motivo che riapre attenzioni (e interesse) ben oltre il capitolato d’appalto che, così trapela dal Palazzo, dovrebbe concludersi a breve. E’ la “Ecocar Ambiente”.
Sulla quale hanno scritto alcune testate e blog. Però non su Roma e provincia. Singolare. Perché, a prescindere dalla “cupola fascio-mafiosa”, la notizia c’è, di enorme rilievo. Eccola: Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità anticorruzione, a metà luglio, ha emesso un’”interdittiva antimafia” contro la società. Un consorzio a quella data, del quale il 70 per cento delle quote in possesso della “Ecocar srl” di Francesco e Stefano Deodati e Stefano Todini. L’altro 30% risiede nella “Ipi srl” di Antonio e Angelo Deodati, “Stima srl” e “FidiRevisa spa” di Milano. Tutto in famiglia praticamente, perché Francesco è cugino di Antonio con Angelo a sovrintendere.
Le repliche dei sottoposti al provvedimento inibitorio ovviamente non sono mancate, ma con esiti positivi nulli. Infatti, la società, il 16 ottobre, è stata “commissariata” dal prefetto di Latina. In forma articolata: su richieste ripetute del sindaco, per motivi di pubblica igiene, “Ecocar” può continuare a gestire i rifiuti di Gaeta – in condizione straordinaria e temporanea, fino a che il Comune non provvederà alla sua sostituzione – ma l’amministrazione è stata affidata al professor Bernardino Quattrociocchi e al dottore Efrem Romagnoli.
Quali sono i motivi per cui è stata spiccata l’”interdittiva” dal presidente dell’Anac (Autorità nazionale anticorruzione)”? Ecco, testuale, cosa scrive Raffaele Cantone: “I fatti ascritti alla Ecocar – legami con un clan camorristico particolarmente pericoloso ed ancora attivo in territorio di una provincia limitrofa a quella di Latina – appaiono particolarmente gravi…”. La specifica: “Ecocar”, nel Comune di Marcianise, è associata alla “Alba Paciello”, colpita da provvedimento interdittivo da parte della Prefettura di Caserta il 18 aprile 2014.
Altrove, sotto l’aspetto pratico, il trattamento dei rifiuti è proseguito senza soste. A Minturno così come in altre comunità più piccole del basso Lazio e della limitrofa Campania. Però nessuna indifferenza. Tutti hanno deciso di sostituire la società interdetta, mantenendo la temporaneità del servizio.
Con qualche controversia, si è mosso anche il più grande degli appaltatori della società di Deodati, il Comune di Caserta. Il quale, si legge in un comunicato del sindaco, “ha avviato le procedure per la risoluzione del contratto con l’Ecocar Ambiente, azienda che effettua il servizio di igiene urbana nel capoluogo, colpita da un’interdittiva antimafia emessa dalla prefettura di Caserta (…) Nel contempo sono state avviate le procedure per l’affido temporaneo del servizio di raccolta rifiuti ad altra ditta». NelAngelo Deodati

capoluogo campano, l’”Ecocar” – secondo la stampa locale (www.casertace.net) protagonista di una parentopoli cittadina, vi sarebbero impiegati anche il vicesindaco Enzo Ferraro e il consigliere comunale Pierpaolo Puoti –, si aggiudicò la gara d’appalto indetta dal Comune di Caserta nel febbraio 2013. Anche qui, l’azienda continuerà a gestire il servizio fin quando non verrà individuata la sostituta.
Ultimo, più recente provvedimento dell’Anac, il 12 novembre scorso l’”interdittiva” ha raggiunto l’”Ipi”, l’azienda storica del “gruppo Deodati”, che i cittadini di Tivoli e di Guidonia ben conoscono.
Inizialmente, a gennaio, il Tar del Lazio, aveva annullato l’”interdittiva antimafia” emessa dal prefetto di Roma su ricorso della “Pontina ambiente” del “gruppo Cerroni”, in quanto applicata in forma automatica dopo la decisione dell’Anac. “Difetto di istruttoria e motivazione” hanno scritto i giudici amministrativi della sezione Prima Ter, secondo la quale l’accusa e il processo per traffico di rifiuti siano un “rischio collusione”, è assolutamente infondata. In sostanza, secondo il Tar, il prefetto Pecoraro avrebbe dovuto fare altri accertamenti. Evidentemente fuori Roma le cose sono andate in maniera opposta.
Ora si dice giunto il tempo dell’apertura delle buste per l’aggiudicazione dell’appalto definitivo su Guidonia Montecelio. Tra i partecipanti figurano “Ecocar” ed “Edera”. Se dovessero essere escluse, si presume ricorreranno al Tar. Con l’eventualità che la gara possa essere quantomeno sospesa. Così le due aziende continueranno a svolgere il servizio. A Guidonia. Temporaneamente. Come ora.http://www.anticorruzione.it/wp-content/uploads/prot.-17847-Eco-Car1.pdf