di TOMMASO VERGA
DODICI NELL’ANNO IN CORSO; NEL 2024 SARANNO 19. MILIONI DI EURO. Per quale prestazione, per fare cosa? Certamente non per il soddisfacimento della ragione sociale. Perché, nonostante il 2023 volga al termine, non è stato fatto praticamente nulla, l’obiettivo s’è arrestato alle premesse, alla pari dello sgombero le strade della Capitale dalla «monnezza» dei romani. Tutt’al più gli addetti potrebbero illustrare, far conoscere, se «l’impianto delle mie brame» – che nel funzionamento «a caldo» iniziato a metà gennaio 2023, annunciava la necessità di tre, quattro settimane per il rodaggio –, sforando clamorosamente i tempi, almeno ha sinora efficacemente adempiuto al bisogno. Chiarimento di elevatissima complessità vien da precisare, perché, stando alla delibera, il collaudo da 600/700 ton/dì di monnezza indifferenziata trattata sperimentalmente dall’impianto TMB dell’Inviolata costerà un milione di € al mese. Alle finanze del Comune di Roma. Necessita delucidazione: il procedimento deve essere a carico dei bilanci di Manlio Cerroni oppure il contrario?
Per proprio conto, a Guidonia Montecelio, l’Area VI del municipio ha programmato il proseguimento della CdS (Conferenza di servizi), tentando per l’ennesima volta di porre argine ad una procedura che si trascina dal 2010 (nel 2014 la cessazione dell’attività della discarica dell’Inviolata). Motivo fondante della CdS: salvaguardare la salute dei residenti mediante l’abbattimento dell’inquinamento provocato dal «brodo» di percolato causato dall’immondizia nel sottosuolo della discarica (per semplificare: si pensi al contagio delle falde acquifere).
A prescindere da ogni responsabilità, il Consiglio di amministrazione della municipalizzata capitolina «AMA SpA», il 31 marzo 2023 ha approvato una deliberazione avente per oggetto «Affidamento del servizio di trattamento dei Rifiuti Urbani Residui (codice EER 20.03.01) per gli anni 2023-2024, in favore della «Ambiente Guidonia Srl», società del gruppo di Manlio Cerroni, il costruttore titolare dell’impianto TMB all’Inviolata.
OLTRE 30 MILIONI DI EURO. Si prenda nota: «AMA SpA» decide, Roberto Gualtieri, sindaco di Roma e della Città metropolitana, non trova nulla da eccepire. Benché i motivi non manchino davvero.
A cominciare dalle potenziali difficoltà che la sua monnezza potrebbe incontrare oltre quella canonica su strade e marciapiedi: «E se la Regione Lazio decidesse di assolvere al proprio compito e quindi revocare l’Aia (Autorizzazione integrata ambientale) alla “Ambiente Guidonia Srl”»?; oppure: «E se l’impianto TMB non funzionasse secondo le previsioni relative alle quantità?»; o ancora: «Si è certi che, privo com’è della discarica di servizio, i residui del TMB non verrebbero risistemati nelle 6 “buche” dell’antico mondezzaio?».
Interrogativi; tanti altri, a iosa, volendo. Del valore di 30 milioni di euro.
Quanto alla tipologia si legge: «Procedura negoziata senza previa pubblicazione del bando di gara, ai sensi dell’art. 63, comma 2 lett. b) num. 2) e lett. c) del D. Lgs. n. 50/2016 ed in conformità alla vigente Procedura Acquisti».
Affidamento diretto in sostanza per effetto di una trattativa. Conclusa con il modesto compenso di € 11.750.000 per l’anno 2023, e di € 19.050.000 per l’anno prossimo. Pari a una tariffa di 166,71 euro/tonnellata. Che sale fino a 180,71 €/tonnellata a causa dei benefit ambientali ulteriormente dovuti al Comune e alla provincia (alla provincia?).
Il consiglio di amministrazione dell’AMA evidentemente ignora che l’agognato impianto TMB ha sede a Guidonia Montecelio, nella Città metropolitana di Roma Capitale. Il che porta a dire che dei 30 milioni di euro deliberati, una parte rientrerà in casa – a Roma in sostanza! – mentre una imprecisata parcella andrà a citati ma non per questo non misteriosi impianti che riceveranno «i rifiuti dopo il trattamento». Urgono spiegazioni. Perché l’Inviolata non è in condizioni di accogliere avanzi di lavorazione, priva com’è di discarica di servizio. A meno che per indicare la destinazione dei «rifiuti dopo il trattamento» non si sia voluta citare la Buzzi Unicem, magari per non aumentare ulteriormente la vis polemica (comunque, al presente, grazie al Consiglio di Stato, neppure quella del cementificio è destinazione praticabile per mondezza da discarica).
Tale importo – prosegue la determinazione – verrà incrementato al fine di garantire la copertura dei costi da sostenere per la gestione di eventuali anomalie radiometriche sui rifiuti conferiti presso il suddetto impianto per un importo complessivo massimo pari a € 30.800.000,00 oltre IVA (11.750.000 relativamente all’anno 2023 e 19.050.00 relativamente all’anno 2024).
Con la deliberazione del 31 marzo 2023, il contratto tra «AMA SpA» e «Ambiente Guidonia Srl» sottoscritto il 12 ottobre 2022 si direbbe abbia trovato definitiva sistemazione.
Se non fosse che il ricorso a quell’intesa non può non sollevare altri quesiti sulla sua natura. Perché nessuno è in condizione di spiegarne il contenuto (neppure i contraenti evidentemente, tanto che la specifica dei compensi indirizzati alla srl di Manlio Cerroni, risulta definita il 31 marzo di quest’anno – senza comunque specificare le attività esercitate da «Ambiente Guidonia srl» –, con la deliberazione sopracitata approvata dal Consiglio di amministrazione di AMA SpA).
Senonché, al termine della descrizione di tanta perfezione, non si può non chiedere qual è il parere dei signori Augusta Iannini, magistrato, e Tiziano Onesti, insegnante, commissari della «Ambiente Guidonia Srl», azienda interdetta per motivi antimafia e quindi sottoposta a gestione commissariale dal 14 ottobre 2022 per decreto dell’allora prefetto di Roma ora ministro Matteo Piantedosi?
Oltretutto l’interdittiva antimafia vieta al soggetto francobollato dal decreto di spingersi in affari come nulla fosse. Invece, nel caso, non avviene così.
Chiediamo come è stato possibile che i commissari prefettizi abbiano avuto partita su un contratto che sembrerebbe non poter essere sottoscritto né tantomeno essere in esecuzione al momento dell’incarico prefettizio ad ottobre 2022, ma probabilmente solo in pectore, visto che la Legge, S.E.& O., ne prevede la sottoscrizione tra le parti solo dopo la “data dell’aggiudicazione del bando”, pubblicato nella fattispecie (CIG: 964108395F), come risulta anche dalla Banca dati nazionale dei contratti pubblici dell’Anac, il 5 aprile 2023… e al quale «Ambiente Guidonia srl» neppure avrebbe potuto partecipare (affermazione dimostrata dalla consecutio temporum della interdittiva antimafia).
Già che ci siamo, in cauda venenum, l’ordinanza Gualtieri giuridicamente è pure scaduta. Se ne facciano una ragione tutti quelli che puntano all’avvio dell’impianto TMB all’Inviolata. Sindaco per sindaco, a Roberto Gualtieri così avrebbe replicato Ernesto Nathan: «Mmmm, Robbé, non c’è trippa pe’ gatti»… A meno che in un mondo al contrario qualcuno si sia inventato l’ennesima deroga inspiegabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA – info@hinterlandweb.pdf