Il complesso delle ville di Marco Simone

Il complesso delle ville di Marco Simone

Il condominio ha un bilancio annuo di 270.000 (duecentosettantamila) euro i cui addendi risultano provenienti dalle quote di 260 unità immobiliari (96 villini e 164 appartamenti), da una multiproprietà, il “Carpediem” (50 appartamenti), per concludere la giostra da un bar, da un ristorante e dalla piscina. Una piccola città, dai comfort adeguati, con ingresso in via di Marco Simone (lato Guidonia Montecelio). Dalla medesima entrata si accede al golf club omonimo e alla tenuta-azienda-uffici di Laura Biagiotti.

Il brand non ha niente a che fare con la vicenda, però corre il rischio, vuoi il nome vuoi l’altrettanta notorietà riservata allo spazio e alla frequentazione internazionale delle 18 buche, di ritrovarsi partecipe di una storia davvero per nulla simpatica. Perché il condominio da 270 mila euro di bilancio, ha posto all’ordine del giorno dell’assemblea il licenziamento dei 4 portieri che presidiano l’ingresso. Verso i quali, oltretutto, sarebbe in debito – chi sostiene per 200 chi per quasi 350 mila euro – per l’evasione dei contributi Inps e Irpef. Quota parte. Perché si toccherebbero i 500 mila mettendo insieme i vari creditori per i più differenti motivi. Sostanzialmente analoga la mancata riscossione delle quote condominiali a dimostrazione di un andamento – almeno sotto il profilo dell’amministrazione – un tantino sommario.

L'ingresso del complesso residenziale

L’ingresso del complesso residenziale

Le ragioni per cui “Le ville di Marco Simone” – tale il nome del condominio – vogliono mettere fuori i quattro, risultano quelli ‘soliti’, risalenti ad ogni attività imprenditoriale o simile: i costi. Che una società specializzata, con i suoi vigilantes, ridurrebbe. Sottostante, la lite tra una aitante signora, faconda scrittrice di note condominiali per decine di pagine, e un portiere, accusato di aver smarrito un beneficio epistolare a lei indirizzato valente migliaia di euro (qui è l’unità di misura), ma anche “reo” di aver intentato una vertenza per il riconoscimento della qualifica contrattuale e dell’equivalente salario ai quali avrebbe diritto. Comunque, i custodi si sono rivolti alle organizzazioni sindacali. Si vedrà con quale esito.

Al momento, solo una morale: la vicenda dimostra che l’abusata formula “anche i ricchi piangono” dev’essere (e sempre lo doveva) applicata nel senso opposto. (t.ve.)