Adalberto Bertucci

Adalberto Bertucci

di TOMMASO VERGA
15.004.612,27 euro «per illegittima gestione delle modalità di assunzione del personale nell’azienda Atac dovuta alla mancanza di imparzialità e trasparenza nelle procedure di selezione e per l’inammissibilità della chiamata diretta». E’ quanto chiede la Procura generale della Corte dei conti ad Adalberto Bertucci, ex amministratore delegato della società di trasporto (ed anche consulente della medesima), chiamato dall’ex sindaco Gianni Alemanno a ricoprire l’incarico. La magistratura contabile chiude così il capitolo dell’istruttoria a carico del’ex candidato sindaco, per molti anni consigliere comunale del Msi a Guidonia Montecelio. 15 milioni di euro che si sommano agli 8 richiesti a Franco Panzironi, altro ex missino numero uno dell’Ama, l’azienda capitolina dei rifiuti. Somme rilevanti che potrebbero ulteriormente salire nella discussione di merito visto che il Comune di Roma ha deciso di costituirsi parte civile. La richiesta di oggi si aggiunge all’analoga di rinvio a giudizio accolta dal gup Valerio Savio su istanza del pm Francesco Dall’Olio. Il dibattimento inizierà il prossimo 11 maggio.

Gianni Alemanno

Gianni Alemanno

Adalberto Bertucci assurse per settimane a protagonista delle cronache. Nell’inverno del 2010, il neologismo “parentopoli” divenne oggetto principale delle news e delle inchieste sugli organi di informazione nazionali e provinciali. Paradigma – ormai abbondantemente superato, si pensi a “mafia capitale” – dell’occupazione della ‘cosa pubblica’ realizzata dai partiti politici. Lo scandalo fu enorme. Tv, giornali, dibattiti, talk show. Chi si “scansò”, completamente, fu la politica locale, l’opposizione al centrodestra. Non un gesto, un volantino, un manifesto, un incontro a tema, mostrarono la distanza tra i metodi rimproverati all’amministratore delegato di Atac dal procuratore generale Salvatore Nottola, e quelli dei suoi avversari politici. Né mancavano la materia, gli argomenti. Le assunzioni interessavano non solo figli e parenti, ma direttamente consiglieri comunali del Pdl di Tivoli, di Guidonia Montecelio, di Montelibretti e via enumerando. Elenchi. Utili a mostrare le differenze. Che, con tutta evidenza, non vennero colte. O forse non c’erano.
Salvo rettifiche intervenute nell’istruttoria giudiziaria, le cronache del tempo

Giulia Pellegrino

Giulia Pellegrino

scrissero che, tra gli altri, vennero assunti in Atac l’autista e il marito della figlia di Bertucci, Giuseppe Renato Croce, piduista, ex pretore di Tivoli, la moglie di Marco Visconti, assessore nella giunta-Alemanno (insieme indagati nell’inchiesta su “mafia capitale”), la figlia di un sindacalista della Uil (gli altri, di Cgil, Cisl, della stessa Uil, dell’Ugl, preferirono la promozione o l’assunzione diretta), una cubista, Giulia Pellegrino (che smentì immediatamente: “Lavoro come hostess nei locali notturni della Capitale; accompagno i clienti ai tavoli”), alcuni eletti nelle assemblee locali (Emanuele Di Lauro ed Ettore Tirrò a Tivoli; il vicesindaco di Montelibretti; Mauro Lombardo a Guidonia, noto per il lancio di ortaggi durante un comizio di Vladimir Luxuria). A corredo, qualcuno di Terza posizione e dei Nar di Massimo Carminati.