di TOMMASO VERGA

Il nuovo 'ecopolo' di Guidonia

Il nuovo ‘ecopolo’ di Guidonia Montecelio

GUARDANDOSI attorno, le ideatrici (o gli ideatori) del “Nuovo polo industriale di Guidonia in area produttiva ecologicamente attrezzata” – hinterland del 22 luglio –, in direzione di Roma avrebbero incontrato, a due passi, il “Tecnopolo tiburtino”, e, poco più in là, il sistema delle aziende della ex Tiburtina Valley; volgendosi verso Tivoli, i due Pip di Tavernelle con il confine territoriale di via Luigi Einaudi, sede della Merck-Serono. Una quantità significativa di attività industriali. Comprensive di prospettive, progetti, know-how e brand, quest’ultimo utilizzabile ai fini dell’affermazione di un marketing territoriale avanzato. Invece nessun contatto, un patrimonio considerato estraneo, se non peggio, al disegno “Guidonia-fondi Por Fesr 2014-2020 Unione europea”.corniciotto buono

Il “bocconcino” dei terreni liberi

Ben conosciuti i motivi. La quinta è costituita dai terreni liberi. L’estensione più ampia sul confine capitolino. Una “terra di mezzo” che necessitava di scelte lungimiranti e di politiche di ampio respiro, per far sì che l’integrazione tra Roma e la sua seconda periferia si fondasse distribuendo armonicamente pesi e misure. Risultato atteso (e tradito), il capovolgimento del “modello di sviluppo”, il ricorso alla capitale per quanto attiene lavoro, istruzione, cultura, salute, un’inversione che rimane, tuttora, l’unica prospettiva praticabile se si vuole evitare l’ulteriore decadimento delle condizioni di chi vive nella “città tiburtina”.

Non tutto, ovviamente, è imputabile a Guidonia Montecelio e a Tivoli, anche se le due città non hanno mai neppure tentato di riflettere insieme e – salvo il Prusst dell’asse tiburtino – men che meno colloquiare sul loro destino. Afasia alla quale aggiungere le gravissime responsabilità del governo capitolino sullo stato dei luoghi. E’ sufficiente andarsi a ri-leggere le premesse del Piano regolatore di Roma licenziato dalla giunta Veltroni sul tema delle relazioni territoriali con la “prima cintura” e paragonare quel decalogo di “buone intenzioni” con quanto in effetti praticato dall’assessorato all’Urbanistica di Roberto Morassut.

…e l’edilizia è il volano dello sviluppo

Separando i due “campanili” locali, l’unico tentativo serio e riuscito fu la decisione del primo Pip a Tavernelle. Che, per essere sostenuto e accompagnato nella crescita, avrebbe avuto necessità di un apparato ad hoc non soltanto amministrativo-burocratico. Mai neppure “pensato” dagli amministratori cittadini. Indistintamente, destra, centro e sinistra, hanno individuato l’edilizia unico o comunque principale volano dello sviluppo, rimanendo così schiavi dei latifondisti e dei palazzinari, i padroni occulti ma autentici delle scelte. E dire che Guidonia e Tivoli, ospitano non solo attività produttive ma posseggono anche le “deleghe” regionali adeguate per ulteriori possibili incrementi: si pensi ai due distretti lasciati allo stato di nomenclatura, il travertino e l’aerospazio.

Ma perché gli strateghi del “Nuovo polo industriale” si sarebbero dovuti guardare attorno? Proviamo a immaginare uno scenario nuovo (per queste parti), nel quale ciascuno dei soggetti è portatore di specificità utilizzabili in comune.

Ignorati anche i distretti del travertino e dell’aerospazio

L’esempio a volte aiuta a rendere più comprensibile ogni ragionamento. Proprio in questi giorni, il 17 luglio, la Thales Alenia, ha messo in orbita il quarto e ultimo dei satelliti meteo europei di seconda generazione. Il programma dell’Esa (l’Agenzia spaziale europea) che prevede la sostituzione di quelli made in Usa, è in pieno svolgimento. Tanto che è già programmato quest’anno il lancio dei satelliti sul clima e sull’ambiente. E’ argomento che interessa il distretto dell’aerospazio, in particolare la ricerca tecnologica per scopi civili?

Oppure: la Merck-Serono è mai stata interpellata a proposito della possibilità di sostenere la realizzazione di un ospedale che ospiti settori di avanguardia, magari in collegamento con l’Ihg (l’Italian hospital group), specializzato nel trattamento dell’invecchiamento e dell’alzheimer? Ancora: lo sportello del Bic Lazio ospitato all’interno del Tecnopolo può essere chiamato a definire ambiti utilizzabili per start-up, coworking e altre forme innovative e avanzate del modello-impresa? Di esempi se ne potrebbero aggiungere altri ma il complesso, allo stato, si può compendiare nell’avvio di un dialogo sugli obiettivi. Quindi, passare al “braccio operativo”, ovvero riunire le aziende e le associazioni degli imprenditori, e proporre la costituzione di un soggetto, coordinato dai Comuni di Tivoli e Guidonia Montecelio, da Pontelucano al raccordo anulare quanto a estensione territoriale, unico interlocutore degli enti, dalla Regione Lazio a Bruxelles a Roma città metropolitana. Ma soprattutto sovrintendente il programma. Avendo in mente uno sviluppo basato sulla crescita non sulla rendita. Si perderanno clienti, se ne acquisteranno tra i cittadini.

La prossima puntata sull’argomento: i soldi che arrivano da Bruxelles, i criteri di valutazione e di decisione. E chi ha beneficiato dei fondi Por del bando scaduto nel 2014…

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