di TOMMASO VERGA

Il palazzo e la piazza del Comune di Guidonia Montecelio

Il palazzo e la piazza del Comune di Guidonia Montecelio

DUE PAROLE-chiave del tempo corrente. Il cui significato le colloca a distanze siderali, ma che il personale politico di Guidonia Montecelio è riuscito (apparentemente) a coniugare. A rendere l’una equivalente dell’altra. Si inizia da “ostaggio”. Santino Foresta, difensore di Eligio Rubeis, il sindaco detenuto, descrive l’assistito “ostaggio dei giudici”. La maggioranza del consiglio comunale risulta “ostaggio” dello stesso Rubeis. Sino a una settimana fa, si camuffava dietro l’esito della prima udienza per assumere decisioni definitive. Ieri il centrodestra ha deciso che per sciogliere l’Assemblea si deve attendere il 17 ottobre 2016, scadenza dell’ennesimo provvedimento restrittivo. Non hanno il coraggio di dire a chiare lettere un esplicito “al voto mai”. Tutti covano la speranza che il primo cittadino ne esca assolto e torni in municipio nella pienezza delle funzioni. Oppure, qualora condannato, il ricorso contro la “Severino” dia risultati analoghi a quelli rimediati al Comune di Napoli da De Magistris e alla Regione Campania da De Luca (a parte le soggettive diverse condizioni giudiziarie, ovviamente). Indifferenti al fatto che la città è prostrata, in uno stato talmente evidente che non è neppure necessario descrivere. Forse la peggiore condizione della sua travagliatissima storia.

Da Comitato Promotore del Parco Archeologico Ambientale delle Antiche Cave del Barco dell’Area dei Travertini e delle Acque Albule, Comitato Salviamo Pontelucano, Associazione Argos Navis, Italia Nostra sez. Aniene e Lucretili, Salviamo il Paesaggio Tivoli, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Comitato per l’Aniene, Insieme per l’Aniene onlus, in merito alla vicenda del "muro" di Ponte Lucano, riceviamo e pubblichiamo La “ribellione” alla mascheratura del muro“ di Ponte Lucano con le cannucce” e il conseguente incontro tra le Associazioni ambientaliste e il Sindaco è servito! Sono passati quasi due anni dal suo insediamento ma, alla fine, l’Amministrazione comunale di Tivoli ha prodotto una delibera in cui per la prima volta, dice in maniera netta di voler eliminare lo scempio del “muro” che, in questi 12 anni, ha prodotto ingenti danni agli abitanti di Villa Adriana e alle casse comunali, messo a repentaglio la staticità e sopravvivenza stessa di un Complesso Monumentale, quello dei Plautii a Ponte Lucano, unico al mondo e impedito a cittadini e turisti di fruirne liberamente. Già un anno fa il Sindaco aveva revocato la richiesta dell’Amministrazione Vincenzi di riperimetrare l’area di esondazione R4, principale scopo delle opere di difesa idraulica realizzate dall’Ardis, il cosiddetto “muro della vergogna”; diamo atto anche che recentemente il Comune ha aderito al bando per la riqualificazione delle aree degradate per accedere a fondi da destinare alla riqualificazione di Ponte Lucano. Il 4 gennaio 2016 l’Amministrazione ha indetto una Conferenza Stampa per presentare ai giornalisti un intervento “urgente” di maquillage del “muro” che, alla città, verrà a costare 74.000 euro. Ne è scaturito un vivace dibattito pubblico che ha portato l’Amministrazione a indire un incontro immediato con le Associazioni che da anni si battono per la salvaguardia del Complesso Monumentale e dell’area circostante. Irremovibile è stato il Sindaco sulla sua decisione di “mascherare il muro”, anzi, “nasconderlo alla vista”, anziché limitarsi, come da noi proposto, all’indispensabile pulizia dell’area che, a circa due anni dal suo insediamento in Comune non era mai stata eseguita. Tuttavia, dopo l’incontro è stata rapidamente prodotta la Delibera di Giunta N. 12/2016 con cui si determina uno “Studio di fattibilità finalizzato all’eliminazione del Muro di Ponte Lucano”. Probabilmente questo studio non sarà sufficiente a mutare le posizioni dell’Ardis e gli interessi che appoggiano l’attuale situazione, ma è comunque un’“apertura” alla condivisione della problematica con la cittadinanza. Un “primo passo” che dovrà essere solo l’inizio di un piano di riqualificazione dell’area che restituisca ad un Complesso Monumentale così importante tutta la dignità che merita e ai cittadini di Villa Adriana la possibilità di vivere senza l’incubo delle esondazioni. Ci auguriamo che da questo incontro chiarificatore il Sindaco e l’Amministrazione abbiano anche capito che non si può prescindere dal confronto costruttivo con le Associazioni che in questi anni si sono impegnate per la salvaguardia di Pontelucano e ci sia finalmente la volontà di dare seguito a veri processi partecipativi dal basso.

La “ribellione alle cannucce”

a Ponte Lucano è servita

Adesso si abbatta il muro

Da Comitato Promotore del Parco Archeologico Ambientale delle Antiche Cave del Barco dell’Area dei Travertini e delle Acque Albule, Comitato Salviamo Pontelucano, Associazione Argos Navis, Italia Nostra sez. Aniene e Lucretili, Salviamo il Paesaggio Tivoli, Salviamo il Paesaggio Roma e Lazio, Comitato per l’Aniene, Insieme per l’Aniene onlus, in merito alla vicenda del “muro” di Ponte Lucano, riceviamo e pubblichiamo
La “ribellione” alla mascheratura del muro“ di Ponte Lucano con le cannucce” e il conseguente incontro tra le Associazioni ambientaliste e il Sindaco è servito!
Sono passati quasi due anni dal suo insediamento ma, alla fine, l’Amministrazione comunale di Tivoli ha prodotto una delibera in cui per la prima volta, dice in maniera netta di voler eliminare lo scempio del “muro” che, in questi 12 anni, ha prodotto ingenti danni agli abitanti di Villa Adriana e alle casse comunali, messo a repentaglio la staticità e sopravvivenza stessa di un Complesso Monumentale, quello dei Plautii a Ponte Lucano, unico al mondo e impedito a cittadini e turisti di fruirne liberamente.
Già un anno fa il Sindaco aveva revocato la richiesta dell’Amministrazione Vincenzi di riperimetrare l’area di esondazione R4, principale scopo delle opere di difesa idraulica realizzate dall’Ardis, il cosiddetto “muro della vergogna”; diamo atto anche che recentemente il Comune ha aderito al bando per la riqualificazione delle aree degradate per accedere a fondi da destinare alla riqualificazione di Ponte Lucano. Il 4 gennaio 2016 l’Amministrazione ha indetto una Conferenza Stampa per presentare ai giornalisti un intervento “urgente” di maquillage del “muro” che, alla città, verrà a costare 74.000 euro. Ne è scaturito un vivace dibattito pubblico che ha portato l’Amministrazione a indire un incontro immediato con le Associazioni che da anni si battono per la salvaguardia del Complesso Monumentale e dell’area circostante. Irremovibile è stato il Sindaco sulla sua decisione di “mascherare il muro”, anzi, “nasconderlo alla vista”, anziché limitarsi, come da noi proposto, all’indispensabile pulizia dell’area che, a circa due anni dal suo insediamento in Comune non era mai stata eseguita. Tuttavia, dopo l’incontro è stata rapidamente prodotta la Delibera di Giunta N. 12/2016 con cui si determina uno “Studio di fattibilità finalizzato all’eliminazione del Muro di Ponte Lucano”. Probabilmente questo studio non sarà sufficiente a mutare le posizioni dell’Ardis e gli interessi che appoggiano l’attuale situazione, ma è comunque un’“apertura” alla condivisione della problematica con la cittadinanza. Un “primo passo” che dovrà essere l’inizio di un piano di riqualificazione dell’area che restituisca ad un Complesso Monumentale così importante tutta la dignità che merita e ai cittadini di Villa Adriana la possibilità di vivere senza l’incubo delle esondazioni. Ci auguriamo che da questo incontro chiarificatore il Sindaco e l’Amministrazione abbiano anche capito che non si può prescindere dal confronto costruttivo con le Associazioni che in questi anni si sono impegnate per la salvaguardia di Ponte Lucano e ci sia finalmente la volontà di dare seguito a veri processi partecipativi dal basso.

L’altra parola-chiave è “etica”. Appare surrealistico che si invochi per condannare le “rivelazioni” di Marcello Santarelli e Veronica Altimari su Tiburno. L’accusa di aver violato il codice deontologico, i principi della professione, vede in prima linea proprio quelli che all’etica dovrebbero dare fondamento di governo. Si ignori la parte “colorita”. Sbobinando una conversazione intercettata si può trovare di tutto. Chi ha letto quelle relative a Rubeis non s’è stupito, sapendo bene che il linguaggio è del tutto intrinseco al personaggio. La cosa penosa è che qui ci si scandalizza per “zozzo” e “zozzoni” pronunciati dal direttore del centro commerciale, mentre si sorvola quando sostiene gli esiti della selezione che ha portato alla nomina dei due dirigenti si conoscevano già da un anno. Singolare interpretazione degli scopi della politica e dei compiti di governo. Un Palazzo Chigi in miniatura, d’una spregiudicatezza della quale nemmeno gli antichi democristiani erano capaci (poi venne Craxi…). Tutto lascia intendere il possesso non solo di un greve senso di impunità, ma principalmente del disprezzo del bene pubblico.

Un atteggiamento che dà alle intercettazioni una “nobiltà” aggiunta: perché si mette a verbale che sono altre le ragioni che proibiscono lo scioglimento del Consiglio, l’(auto)inamovibilità. Ragioni che obbligano a sostenersi l’un l’altro, della maggioranza e (pezzi almeno) dell’opposizione (“ciao Ma’” Vincenzi; “dimme Elì” Rubeis). Se cade un tramezzo… addio “etica”.

Aiuta il paragone, attualissimo, offerto dalle rivelazioni di Batman-Franco Fiorito, il capogruppo del Pdl ai tempi della giunta Polverini. Verosimilmente intenzionato a vendicarsi del “torto” subito, ha fornito alla pubblica accusa che indaga sulle spese “anomale” in Regione Lazio, motivi e argomenti che, se giudicati reati nel dibattimento, causeranno seri guai ad altri ex-eletti alla Pisana, non solo del suo partito. Chiuse le indagini, il procuratore della Repubblica di Rieti Giuseppe Saieva – ‘antico’ pretore di Tivoli –, tra gli altri, funzionari e dirigenti, ha chiesto il rinvio a giudizio di Carlo Lucherini e Bruno Astorre, entrambi senatori del Pd; Mario Abbruzzese, Pdl; Raffaele D’Ambrosio, Udc; Isabella Rauti, Pdl (la moglie di Gianni Alemanno, ex sindaco di Roma). Alla Pisana, a Guidonia, il riassunto è “muoia Batman con tutti i filistei”.

A favore gioca anche la normativa: i consiglieri comunali sono inamovibili. E’ il paradosso ulteriore di una legge che permette di presiedere Guidonia Montecelio a un signore eletto da nessuno perché (nella sua vita politica) mai s’è presentato agli elettori, nominato vice da un sindaco votato direttamente dai cittadini, corrispondente di un partito (l’Udc) che predica le “preferenze” (almeno per il momento). Poniamo, per pura ipotesi, dopo la pubblicazione delle intercettazioni, anche per difendersi liberamente, Andrea Di Palma si dimette (segni di nervosismo non mancano: in commissione Cultura il “reggente” è stato autore di uno scontro per nulla politico con Sebastiano Cubeddu, capogruppo dei 5stelle). Unico effetto, la città commissariata. Perché il Consiglio comunque rimarrebbe in carica. A fare cosa non si capisce visto che le decisioni del “commissario” non sono sottoposte al voto. Mais la loi est la loi.

Quindi, “ostaggio” ed “etica”. A Guidonia Montecelio filano d’amore e d’accordo. E’ e sarà la città a pagare il riscatto. Fino al giorno del riscatto.

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