Il cimitero di Montecelio

Il cimitero di Montecelio

NON SOLTANTO IL decreto sindacale sull’ennesimo girotondo dei dirigenti firmato dal Di Palma, l’ex facente funzioni dell’ex sindaco Eligio Rubeis, a capo dell’ex amministrazione di centrodestra che ha governato Guidonia Montecelio fino allo scioglimento dell’ex Consiglio comunale del 13 giugno. Ma anche l’affidamento dei lavori per il raddoppio del cimitero comunale. Nella stessa data. La firma è dell’architetto Angelo De Paolis, ex capo-staff dell’ex sindaco Rubeis, ex dirigente dei Lavori Pubblici, ora all’area IV.

Il progetto di intervenire sul cimitero comunale ha una lunga storia. Il primo appalto, a favore della “Italstudi srl”, si trova fissato nella delibera di Consiglio comunale n. 67, del 30 luglio 1999. La firma del contratto dopo un anno esatto. L’area individuata a Casal Bianco. Provvidenzialmente occupata in anticipo da un ex amministratore comunale (anche ex dimorante nelle patrie galere) che dimostrò così il proprio “amore” per la città. Un cimitero? Ma quando mai… Arrivò così la revoca dell’assegnazione alla “Italstudi srl”,  carte da bollo, avvocati, citazioni, e tutto ricominciò da capo. Con la decisione di abbandonare l’idea di un nuovo camposanto a favore del raddoppio di quello esistente a Montecelio.

Per non annoiare con l’illustrazione delle successive procedure amministrative e giudiziarie, l’attualità riporta a una prima delibera della giunta Rubeis, datata 21 dicembre 2010 seguita da altre, che trovano conclusione nel piano triennale delle opere pubbliche e nell’appalto del 22 maggio 2014 al “Consorzio Comor” (il quale ha atteso oltre un biennio per veder rispettato il suo diritto). La formula è quella della “concessione per 25 anni”, scadenza 8 ottobre 2039, con un ristoro a favore delle casse comunali di 200mila euro.

Angelo De Paolis

Angelo De Paolis

Primo effetto: il cimitero è stato “privatizzato”. Ma non è l’unica rugosità. Perché, ad esempio, tra le riunioni pubbliche della commissione aggiudicatrice, tre per l’esattezza, se ne riscontra una “riservata”, il 29 aprile 2014. Ci sarà certo il motivo ma nessuno lo spiega, tantomeno gli atti. Però la questione più “stuzzicante” conduce ad esaminare attività previste nell’affidamento al “Consorzio Comor” però formalmente inesistenti, ingnote nell’assegnazione ed in tutti gli atti che l’hanno preceduta (gara di appalto, delibere, determinazioni eccetera). La società aggiudicatrice, come detto, costruirà il cimitero e il forno crematorio (quanti ricordi tra i neonazisti dei giorni nostri), e, per 25 anni, si occuperà di inumazioni, tumulazioni e cremazioni. Ma gestirà anche le attività di supporto: bar, parcheggi e quant’altro. E’ previsto? No. Quanto ne verrà al Comune? Nulla.

Allora: come è stata possibile una svista così marchiana? Non si tratta di spiccioli come si capisce ma di risorse ben interessanti il portafoglio. A meno che il via libera del De Paolis non sia stato assunto sotto l’effetto dell’ex, un occhio alla determina e l’altro al commissario prefettizio che avrebbe potuto revocare i due (l’altro è Corrado Cardoni) dirigenti a termine con scadenza 31 dicembre 2016, selezionati comunque secondo i cardini dello spoil system e “rinominati” nell’ultimo decreto proprio dal Di Palma. Se fosse, conseguentemente, De Paolis dovrebbe tornare a fare il funzionario nel Comune di Marcellina, dal quale dipende. Il 13 giugno non era svanito il pericolo dell’articulo mortis. Oggi chissà…