di TOMMASO VERGA

– (a.d’u.) Fosti tu a dire che designare Paola Piseddu alla direzione dell’urbanistica era sbagliato, perché si prospettava un conflitto di interessi, non negare, c’era ancora Marani, il commissario.

– (t. ve.) Cosa dovrei negare? Succedeva nel tempo proprio. L’ho anche ribadito successivamente a un dirigente del tuo partito, l’ho scritto….

– (a.d’u.) Allora perché dici il contrario, che il sindaco ha fatto male a spostarla?

– (t. ve.) Perché lo penso. Prima però, ti sottopongo una questione non concordata: non vi è servito a niente vincere le elezioni, non siete cresciuti di un briciolo. Il Censis sostiene, a ragione, che in Italia aumenta il rancore, se analizzasse Guidonia Montecelio sicuramente direbbe di peggio, perché in questa città il rancore è sopraffatto dall’odio, negli sproloqui dei vostri aderenti così come nella violenza del linguaggio, si colgono aspetti di preoccupante barbarie. Diretta a soggetti ben identificabili. La loro colpa? Non essere ossequienti.

Non mi preoccupo per me, alla mia età e per la mia storia, propagandisti della violenza e della sopraffazione non soltanto verbale ne ho conosciuti a iosa. Neanche immaginavo l’aggiunta dei grillini. Sono stato appellato pure con pennivendolo, insulto che se fosse stato espresso prima del voto vi avrebbe fatto perdere le elezioni cittadine. Stanne certo. Comunque, le intimidazioni contro la stampa locale sono all’ordine del giorno. E’ inammissibile, un revival parafascista, camicie nere dall’abito smacchiato. Nel silenzio-assenso dei vostri capi.

– (a.d’u.) Sì, ma la cosa riguarda qualcuno, non il movimento. Dove vuoi arrivare?

– (t. ve.) Lo vedrai. Il confronto o è civile o non merita di essere sollecitato. Per quanto mi riguarda sono stufo di registrare improperi e ingiurie contro l’informazione. “A brigante brigante e mezzo” era uno dei mottetti preferiti da Sandro Pertini.

Torniamo all’argomento. Confermo, all’Urbanistica Paola Piseddu non doveva andare. Tu dici che il sindaco ha colmato il gap. Non è vero, ‘ogni cosa alla sua stagione’ per dirla con Enzo Bianchi, il priore di Bose.

– (a.d’u.) Non conosco.

Il benestare ai piani di Terranova determinato dal fatto che c’era stato un errore, il ‘paesaggistico’ non necessitava

– (t. ve.) Leggilo, aiuterebbe a capire il senso del ragionamento. I piani di Terranova al Bivio sono nella fase esecutiva, post carotaggi. Prima la sospensione poi il ‘via libera’. Nulla da obiettare. Il ‘visto’ determinato dal fatto che c’era stato un errore, il ‘paesaggistico’ non necessitava, ha detto Piseddu. Capisci perché secondo me il “potenziale conflitto” si proponeva in origine, prima ancora dello stop&go?

Intendiamoci, non c’è stato nessun vizio, semmai, vigeva anche nella circostanza, l’aforisma sulla ‘moglie di Cesare’. Adesso non vale più, l’allontanamento della dirigente si interpreta come una strizzata d’occhio a quelli che hanno recriminato, sin dalla nomina, da Bernardino Romiti (capo del collegio dei geometri romani e grande elettore di Marco Vincenzi) a Maurizio Lotti (l’alfaniano capo dell’associazione dei professionisti del settore guidoniano).

I piani urbanistici e di zona ‘abusivi’ anche per la Regione Lazio, sono il convitato di pietra: cosa faranno sindaco e giunta?

– (t. ve.) Ora una domanda te la faccio io: cosa intendete fare con i progetti ‘abusivi’? Vedi, in questo bailamme interpretativo così come nella replica di Michel Barbet, il grande assente è proprio questo problema. Ti preciso che l’osservazione tira dentro la persona del sindaco esclusivamente per l’attualità. Infatti, nessun partito, gruppo, schieramento, ha preso posizione, ha dichiarato un orientamento. Direi che i piani urbanistici e di zona classificati (nella sostanza) ‘abusivi’, anche dalla Regione Lazio, sono il convitato di pietra, non c’è posto a tavola ma tutti sanno di doverli ospitare, fare i conti…

– (a.d’u.) Ma che c’entra? non dovevamo parlare della dirigente? come sai era lei che voleva andare via dall’urbanistica…

– (t. ve.) Non è per niente così. Paola Piseddu, insediata l’amministrazione, illustrò a sindaco, assessora e segretaria comunale le “criticità dell’area V – grave carenza di personale”, chiedendo di “implementare le risorse e di porre rimedio a breve alla situazione di reggenza ad interim di altre aree (da nove mesi presiedeva anche i lavori pubblici, ndr) destinandomi alla dirigenza di un unico settore”. Dimmi dove chiede di essere trasferita. A me semmai pare voglia essere confermata.

Comunque, tranquillo, nessun trabocchetto, non ho intenzione di litigare né di metterti in difficoltà. Mi stupisce però la tua ostilità a cogliere l’attinenza tra capitoli distinti ma non diversi di un unico titolo. Facciamo così: ti illustro un’ipotesi, come si snoderanno i fatti prossimi dell’urbanistica. Se non sei d’accordo, possiamo salutarci qui (ndr: tanto quello che voglio scrivere non ha bisogno del benestare di nessuno. E gli insulti sono in preventivo).

– (a.d’u.) Va bene così, ciao, alla prossima…

Le difficoltà del bilancio comunale (in attesa del 21 dicembre) e il blocco dell’attività edilizia da maggio

– (t. ve.) Un doppio scenario. Il deficit del Comune – vedremo come andrà la riunione del 21 dicembre che dovrebbe decidere sull’accesso di Guidonia al fondo di rotazione –; e il blocco dell’attività edilizia provocato dall’ordine di servizio della Piseddu dell’8 maggio scorso.

Cosa fare di fronte a questa decisione non si dice. Lasciamo stare cacini, cacetti e caciucci delle destre varie, loro quei piani li hanno patrocinati e approvati. Piuttosto va chiesto a maggioranza 5stelle e all’altra minoranza cosa intendono fare, quali valutazioni danno. Sapendo (tutti) che la legge prevede, alternativamente, 1) acquisizione al patrimonio pubblico; 2) abbattimento (laddove s’è già costruito).

Mettiamo da parte per l’ampiezza di qualche capoverso Guidonia Montecelio. Altrove, in una città con amministrazione non pentastellata, si sarebbe messa in moto la ricerca di una soluzione atta a salvare capre (l’edilizia) e cavoli (la moneta). Quindi, inevitabile una “sanatoria” (o come si preferisce chiamare).

Possibile? Possibile: tanto che nel Consiglio comunale di Altrove sono stati revocati in autotutela gli atti precedenti, assegnata a un professionista una nuova redazione (30mila euro ad occhio e croce per una città di circa 100 chilometri quadrati), incassata la decima dai costruttori. Così le casse del Comune rifiatano, la faccenda abusi rientra nelle regole, tutti vissero felici e contenti. Figurarsi i farisei.

Passando dalla formula alla sostanza, l’affanno dei governanti di Altrove causato dall’impossibilità di spendere un euro ch’è uno, ha suggerito di rendere la procedura la più agevole possibile. Ed ecco l’alzata di ingegno: viene interpellato l’anonimo-chi quei piani li ha licenziati, “senza il preventivo ed obbligatorio parere dell’Ente preposto alla tutela del vincolo paesaggistico”, esattamente come accaduto a Guidonia. Effetto: un parere si trasforma in consulenza risolutiva.

Umberto Ferrucci, una sorta di Giulio Tremonti ritenuto professionalmente preparato anche dai costruttori 

Passo in avanti: se Altrove avesse goduto, in passato, dei servigi di, tanto per il paragone, Umberto Ferrucci, ritenuto professionista decisamente preparato anche dai costruttori, una sorta di – fatte le debite proporzioni e rispettando le specificità – Giulio Tremonti, in teoria propugnatore dell’economia sociale di mercato, nel concreto frequentatore dei ricchi e danarosi, perché non utilizzarlo nel “risanamento”? Purché non ufficialmente.

Così, il Prescelto comincia a ri-frequentare il Palazzo cittadino di Altrove (dal quale era stato espulso per somma di ammonizioni), persino partecipa come uditore a riunioni  (c’è un reticolo imprescindibile al quale sottostare), presenzia senza sbadigliare alle riunioni nelle quali si discutono i regolamenti (figurarsi l’interesse per uno abituato da sempre a redigerli).

Il primo atto “esecutivo” per sgomberare il campo da possibili eccezioni, dai non possumus punto graditi? Cacciare la dirigente che ha “scoperto” l’inghippo. La privacy vale anche per Altrove, anche in quel Comune è vietato farne il nome, per quanto nota la linearità in fatto di applicazione delle regole. Tanto che gli addetti ai lavori hanno fatto di tutto per metterla fuori. E ci sono riusciti. Scambiandola con il locale alias Ferrucci.

Ovviamente in Altrove. Qui non si è in una provincia siciliana né si tratta di prime case… A Guidonia cose del genere sarebbero inammissibili.