di TOMMASO VERGA

SECONDO LE PROCURE antimafia della capitale e di Caltanissetta Santo Valenti è tra i principali complici di Salvatore Rinzivillo, 57 anni, arrestato stanotte. Quest’ultimo, fratello di due condannati al 416bis, rapporti con i Madonia e i corleonesi di Totò Riina, è accusato di essere il capocosca del mandamento di Gela. Con lui, altri 35 componenti della “famiglia” distribuiti in diverse regioni italiane in Germania.

A sua volta, Santo Valenti avrebbe fatto “pesare” l’appartenenza e la contiguità con il vertice della cosca mafiosa all’interno del Car, il Centro agroalimentare di Guidonia, dove esercita-va l’attività di imprenditore nell’ortofrutta.

L’indagine delle Dda di Roma e Caltanissetta è stata coordinata dalla procura nazionale antimafia e antiterrorismo e ha visto la partecipazione della Bka (la polizia criminale tedesca) che, a Colonia, ha eseguito due ordinanze di custodia cautelare. I provvedimenti eseguiti in Italia hanno invece visto impegnati oltre 600 tra finanzieri e carabinieri del comando provinciale di Roma e poliziotti della questura di Caltanissetta.

La cabina telefonica del fuggitivo a Guidonia Montecelio

Del 41enne (all’epoca) Salvatore Rinzivillo, si ricorderà l’arresto di quindici anni fa a Guidonia Montecelio, dopo che l’uomo era riuscito ad eclissarsi a seguito della sentenza emessa dalla corte di assise d’appello di Milano, che lo aveva condannato all’ergastolo per l’omicidio dell’avvocato Antonio Mirabile. Il legale venne ucciso a Gallarate, in provincia di Varese, il 17 maggio 1989, nel centro abitato e in pieno giorno, con modalità da classica esecuzione mafiosa. Il boss venne rintracciato a mentre stava telefonando da una cabina pubblica.

La famiglia di Salvatore Rinzivillo è stata protagonista della faida contro i rivali Emmanuello per la spartizione del territorio tra Vittoria e Gela, scontro che provocò una lunga serie di delitti. Tra le vittime anche due fratelli dei Rinzivillo, Francesco e Giuseppe. A Gela il 27 novembre 1990 in una strage vennero uccise otto persone e altre sette rimasero ferite. A Vittoria invece il 2 gennaio 1999 furono assassinati cinque uomini.

Il collegamento mafia-‘ndrangheta e il sospetto con “Tivoli silentes” del dicembre 2015

Al clan siciliano viene addebitato il tentativo di impiantare a Duisburg, in Germania, una base per il traffico di droga in società con Antonio Strangio, il ‘ndranghetista proprietario del ristorante passato alle cronache per la strage di ferragosto del 2007, ma anche a capo dell'”Operazione Silentes” (in tutto 36 arresti tra Lazio e Reggio), che a metà dicembre 2015 interessò Tivoli, Guidonia e altre località della provincia a est della capitale.

L’operazione di stanotte delle Dda capitolina e nissena, come detto include anche Santo Valenti, l’imprenditore attivo nell’ortofrutta al Car, ennesimo motivo di preoccupazione. Risale a Giovanni Salvi, il procuratore generale della capitale, l’input “accendete i fari” sul centro agroalimentare di Guidonia Montecelio. Il magistrato ne parlò immediatamente dopo il trasferimento dalla Sicilia a piazzale Clodio, quasi a sottolineare che la permanenza al vertice della Procura di Catania gli aveva fornito elementi e spunti di valutazione e di giudizio che avrebbero richiesto una esame attento e approfondito della struttura.

La commissione antimafia regionale (interpartitica) visita, discute, relaziona: ‘al Car tutto a posto’.